Il Sole 24 Ore

Bollicine a prova di crisi ... Prosecco. Secondo Il Cermes-Bocconi quest’anno vendite in crescita del 4,5% ... Bollicine sempre più effervescenti. Dovendo scegliere fra un metodo classico Trento doc o un Franciacorta, tra uno metodo Charmat Prosecco di Conegliano o un Doc Prosecco il risultato non cambia: le preferenze dei consumatori crescono per tutti i gusti all’interno di un mercato italiano del vino che non smette di perdere colpi, anche se l’export cresce a due cifre.
Quest’anno, secondo una ricerca svolta dal Cermes Bocconi, le vendite di bollicine made in Italy cresceranno del 4,7%. La produzione di metodo classico salirà di due milioni di bottiglie a circa 26 milioni e nel metodo Charmat addirittura di oltre 50 milioni di bottiglie a 343 milioni. Nel contesto spiccano il balzo ubriacante di 45 milioni di bottiglie del Doc Prosecco, ma in luglio la Regione Veneto, ha bloccato gli impianti, a 2omila ettari entro il 2013/4, e fissato un limite alla produzione. Diverso il caso Franciacorta che ha vigneti su 2.500 ettari, su 9mila lordi disponibili. Con performance rilevanti: +16,7% di bottiglie vendute rispetto al 2010. E con un export che viaggia alla velocità del +30%. Moltiplicando le bottiglie vendute nel 2011 per il prezzo medio al pubblico di un Franciacorta (al top nel metodo Classico) si possono stimare ricavi per circa 230 milioni nel 2011. Nell’ottica dello sviluppo nasce l’Osservatorio economico Franciacorta. “Una bussola - dichiara Maurizio Zanella, presidente del Consorzio Franciacorta - per capire la strategia migliore per continuare a crescere. Siamo però orgogliosi di quello che abbiamo fatto in soli 50 anni. L’Osservatorio ha confermato alcune nostre sensazioni, ci ha chiariti dei dubbi e ci ha delineato opportunità che non avevamo individuato”. A iniziare dal fatto che circa l’80% delle vendite di Franciacorta oggi si realizza nel Nord. “Abbiamo - aggiunge Zanella - un mercato aperto che vogliamo penetrare. Per esempio i dati di consumo di Palermo già oggi sono eccellenti”. Ma anche i mercati esteri presentano ampi spazi di crescita per le bollicine Franciacorta: solo l’8% della produzione imbocca la via dell’export. “Anche se - conclude Zanella - piuttosto che sostenere i costi di spedizione negli Stati Uniti preferisco puntare la barra a Mezzogiorno”.