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Il Sole 24 Ore

Le beghe non fanno il bene dell’export ... Se provassimo a spiegare a un marziano, o più concretamente a un russo o a un americano, paesi verso cui esportiamo i nostri vini, la querelle dell’Asti Docg, probabilmente ci prenderebbe per matti. Sì, anche uno che viene da Marte. C’è una denominazione d’origine, Asti Docg, che include 52 comuni piemontesi ed esclude proprio Asti, la città che dà il nome a uno dei vini più conosciuti del mondo. Il produttore Zonin, che ha acquistato una tenuta proprio nel capoluogo piemontese, il Consorzio, la Regione sono impegnati in un duello rusticano che va avanti da mesi e che, dopo la decisione definitiva del ministero, rischia di arrivare al Tar e, infine, alla Corte di Giustizia europea. La vertenza legale non è il nocciolo della questione. Indipendentemente da disciplinari, cavilli, regole e interpretazioni c’è una questione di semplice buon senso eppur macroscopica, di tutta evidenza. Se il marziano (o meglio l’americano o il russo) venissero a conoscenza della storia rimarrebbero colpiti per la poca chiarezza, diventerebbero sospettosi sui prodotti. C’è da giurano. E di questo che ha bisogno il nostro export? I nostri produttori agricoli? La nostra industria?

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