02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Il Sole 24 Ore

Intervista a Gianni Zonin ... “Senza intesa ricorrerò in gennaio alla Corte Ue” ... “Non ho alcun intento speculativo, tant’è che ho offerto quasi l’equivalente dei diritti di reimpianto (800 mila euro ndr) al Consorzio dell’Asti Docg a fini pubblicitari, ma pretendo che vengano riconosciuti i miei legittimi interessi”: Gianni Zonin, presidente dell’omonima Casa vinicola veneta, ha davvero perso la pazienza. Forse non si aspettava la bocciatura (per un voto) del suo ricorso da parte del Comitato vini o forse non sopporta più che il comune di Asti, e il suo Castello del Poggio, rimanga fuori dall’Asti Docg.
“Ho inviato - dice l’imprenditore - al ministro Catania un’istanza. Spero la voglia prendere in considerazione. Altrimenti in gennaio ricorrerò alla Corte di giustizia europea chiedendo l’inserimento di Asti nel disciplinare Docg o, in alternativa, l’abolizione dell’Asti Docg perché il comune che fornisce il nome non è compreso”.

La legge è chiara e non ci sono equivoci sulla Docg ancorata al territorio. Spera però di convincere i riluttanti ricorrendo all’Europa: non si rischia un polverone?

Spero che il ministro prenda le decisioni giuste. Fino a tutto dicembre è di competenza nazionale, dopo la vicenda passa all’Unione europea. Come mi hanno confermato in sede Ue. L’Italia rischia l’ennesima brutta figura.

L’assessore Sacchetto propone un percorso più morbido. Perché non seguirlo?

Di mediazioni ne abbiamo tentate diverse, compresa la decisione del Consorzio che il 28aprile del 2010 deliberò l’inserimento dei terreni nel disciplinare. In seguito annullato. Faccio notare che in Veneto il Prosecco di Conegliano e il Prosecco Doc sono saldamente ancorati al territorio. Come il Gavi e il Barolo in Piemonte. Ripeto: fino a dicembre decide l’Italia, dopo la palla passa all’Europa.

Perché tanta ostilità nei suoi confronti?

E quello che mi chiedo anch’io: ho acquistato il Castello del Poggio nel 1985 e l’ho valorizzato. Oggi ha 70 addetti. Su 126 ettari, l’ho chiamano il “latifondo’, ce ne sono 25 di moscato. Niente rispetto ai 10 mila della Docg e niente rispetto ai4oo ettari di vecchi vitigni che dal 1° gennaio verranno eliminati.

I produttori locali non hanno digerito il decreto dell’ex ministro De Castro che nel 2006 inserì d’ufficio Asti nel disciplinare. Poi bocciato dal Tar. E non sopportano la valorizzazione dei suoi diritti di reimpianto.

Quando parlai della vicenda a De Castro ne rimase sorpreso. E ritenne che anche Asti fosse una zona vocata ad altissima. Il Tar bocciò il suo decreto per un difetto procedurale. Per un anno però producemmo un Asti, a detta del Consorzio, di altissima qualità.

Allora perché questa opposizione nei suoi confronti?

Un’idea ce l’ho ma non gliela dico.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su