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Il Sole 24 Ore

Canelli, vincente diversificare ... Enomeccanìca. L’offensiva di sei aziende ... Lungo la via che da San Marzano Oliveto raggiunge viale Italia a Canelli ci sono sei imprese che non si sono piante addosso.
Cavagnino&Gatti (70 dipendenti, fatturato intorno ai io milioni, forte export, al 65%), specializzata in macchine etichettatrici, da 30 anni sul campo, nel 2009 perde circa il 22% del fatturato. Dice l’ad Mario Cavagnino: “Abbiamo resistito, senza cassa integrazione, cancellando solo gli straordinari. La ricetta? Il vestito su misura, e poi la diversificazione”. La Mas Pack (io dipendenti nel 1998 oggi sono 40, fatturato 2010 sui 7 milioni) è specializzata nella parte iniziale e finale dell’imbottigliamento. “La nostra forza - dice il titolare, Dario Scaglione - sono la ricerca e l’innovazione. Tutti gli anni investiamo almeno il 6-7%; quest’anno abbiamo anche assunto 6 persone”. Fa gabbiettatrici e capsulatrici la Robino&Galandrino (90 dipendenti, fatturato 2010 intorno ai 14 milioni): ha ripreso la corsa dopo la crisi del 2009 e ora ha superato i valori del 2008. L’azienda detiene il 75% del mercato mondiale per le macchine che produce, come spiega il direttore commerciale, Fabrizio Panza, e sta cavalcando l’interesse mondiale per gli spumanti. Ai nastri trasportatori della linea di imbottigliamento (vini, birre e passate) è dedicata la Bieffeco di Canelli (una sessantina di dipendenti, fatturato sugli 8 milioni, peso dell’export intorno al 40%). L’azienda di Roberto Molinari offre al cliente un servizio su misura di progettazione delle linee: il project engineering è la sua forza e ha superato il turbolento 2009 (-30%) riducendo i margini ai livelli di sopravvivenza. E ora è ripartita. Aveva perso il 30% nel 2009 anche la Omar (macchine sciacqua-asciuga e capsulatrici, 15 dipendenti, fatturato intorno ai 2 milioni nel 2010, export al 75%), ma ora, spiega il direttore commerciale Alberto Migliardi, le cose sembrano andare a gonfie vele.
Infine la Arol, di Sergio Ci- rio: più di 400 dipendenti tra le sedi di Canelli, Atianta, Chambery, Cina e Brasile. Il 2008 era andato benissimo, con un fatturato a 47 milioni, ma l’anno dopo è sceso del 15%; nel 2010 crescita a 6o milioni, 70 previsti per il 2011). La sua forza? “Credere nei nostri prodotti”.

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