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Il Sole 24 Ore

Box Marche “veste” lo champagne ... Cartotecnica. Dopo La positiva esperienza in Svezia La società scommette sull’estero ... Ha iniziato come scatolificio al servizio dell’industria calzaturiera nel 1969. Oggi punta dritta sulla Francia, per fornire il suo packaging ad aziende produttrici di vino e champagne. La storia di Box Marche - azienda di Corinaldo, in provincia di Ancona, dai o,6 milioni di fatturato nel 2011 (+9% su base annua), Con 52 dipendenti e do milioni di pezzi prodotti all’anno, fra scatole, astucci e pezzi d’imballaggio - è tipica di tutte quelle realtà che del prodotto e della capacità di reinventarsi hanno fatto la propria forza. E così quest’azienda attiva nel settore della cartotecnica si prepara a scommettere sull’estero con più forza, dopo la prima esperienza in Svezia. Nel Paese scandinavo l’impresa marchigiana è arrivata con i suoi “bag in box” ideati per Oenoforos AB, azienda importatrice e distributrice divino. Questi prodotti si sono anche aggiudicati nella sezione “beverages” il premio Ecma/Pro carton (Pro Carton è l’associazione europea di produttori di cartone e cartoncino e il premio è destinati al packaging che si distinguono sul mercato). In pratica all’azienda svedese Box Marche fornisce il packaging studiato per contenere al suo interno la sacca (prodotta però da un’altra azienda e scollegata dall’involucro esterno fatto da BoxMarche) con il vino, il cui contenuto è dispensato attraverso dei rubinetti già presenti nella sacca Una soluzione, quest’ultima, per contenitori da 3 e 5 litri molto in voga in Svezia come dimostra il +25% annuo di vendite di Cabernet sauvignon da parte della Oenoforos AB. “Quello in Svezia - afferma Tonino Dominici, amministratore delegato di Box Marche - è stato il nostro primo contatto diretto all’estero, anche se i prodotti si trovano già tempo oltreconfine, perché siamo tra i fornitori di aziende come Caviro o Cevico”. E non c’è solo il beverage: anche realtà come Fratelli Guzzini (casalinghi e oggetti di design, accessori), Alluflon o Tvs (pentole e padelle) sono fra i clienti dell’azienda di Corinaldo. Di certo il beverage è considerato dal vertici dell’impresa come un settore da presidiare. “E vero: in Paesi come l’Italia o la Francia - aggiunge Dominici - c’è un pregiudizio nei confronti del vino non venduto in bottiglia. In altri però i nostri bag inbox hanno un mercato”. La scommessa è quindi quella di arrivarci nei mercati più lontani con un prodotto che tutto sommato potrebbe uscire da fabbriche anche più vicine ai committenti. “E per questo però che da anni puntiamo sull’innovazione di prodotto e di processo, cercando di differenziarci in termini di design, dei materiali, assistenza”, precisa l’ad. Il tutto si tramuta in investimenti in ricerca e sviluppo che valgono l’1,5% di un fatturato che nel 2012 dovrebbe ulteriormente salire a quota 11,5 milioni, con utili, stabili, attorno al 2% del fatturato. L’obiettivo ora si chiama Francia, sempre nel settore del wine & spirit “ma in questo caso - conferma Dominici - siamo a livelli diversi e più alti di prodotto”. A ogni modo, se l’operazione andasse in porto “la quota export salirebbe dal io ai 20 per cento”. Un altro sbocco di mercato è quello della parafarmaceutica e della cosmesi, agevolato dal fatto che l’azienda partecipa già al al 51% una realtà da 4 milioni e mezzo con sede a San Benedetto che si chiama Promopharm.

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