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Il Sole 24 Ore

Il Gruppo italiano vini costituisce Shanghai Giv in Cina e stabilisce il primo canale di penetrazione diretta nell’immenso paese asiatico. Nel contempo il gruppo cooperativo chiude il bilancio 2011 con un balzo del 12% dei ricavi e si accinge a dismettere alcuni asset.
“La Cina - osserva Corrado Casoli, presidente di Giv - è un mercato dalle grandi potenzialità: le stime indicano che entro un quadriennio i consumi balzeranno di oltre il5o% a 240 milioni di casse. Noi vogliamo evitare di alimentare speranze eccessive ma abbiamo deciso di operare direttamente con una società in Cina, a capo della quale abbiamo nominato un manager francese”. Come dire che per ora si semina ma i risultati arriveranno domani. Per ora il grande mercato di sbocco per Giv rimane il Nord America che genera circa un terzo del fatturato consolidato.
Il gruppo è proprietario di 15 cantine storiche e nel 2011 ha realizzato ricavi consolidati per 368 milioni (57% all’export), in netta crescita sui 328 del 2010. “Nonostante le difficoltà congiunturali - interviene Davide Mascalzoni, dg di Giv - la crescita è stata buona sia in Italia che all’estero: per oltre un terzo proviene da sviluppo interno grazie ai marchi, e per quasi due terzi da crescita esterna, con l’acquisizione di Cavicchioli”. In Italia, a fronte di un calo delle vendite nella gdo dell’l% Giv sostiene di aver aumentato i ricavi dell’l,5%; all’estero sono ripartite le vendite nel Regno Unito mentre si profilano sviluppi interessanti in Russia e Brasile.
Risultati particolarmente positivi sono arrivati dalla Cavicchioli mentre negli spumanti di qualità hanno trainato i diversi stili di Prosecco prodotti dalla Carpenè Malvolti, di cui Giv è distributore. La prima marca del gruppo rimane Bolla sia in Italia che all’estero, seguita da Lamberti, Santi e Folonari.
Tornando al bilancio 2011, la società ritiene soddisfacente sia la redditività grazie a un Ebitda consolidato di 23 milioni (in realtà, da un anno all’altro, la redditività è scesa dal 7 al 6,2%) sia la situazione patrimoniale, grazie a un ulteriore rafforzamento dei mezzi propri della Capogruppo che, dopo la fusione con Giv Verona, raggiunge un patrimonio netto di 134,5 milioni. Sono invece intorno ai 150 milioni i debiti finanziari lordi calcolati da R&S Mediobanca nel 2010, un nodo da sciogliere. “Il debito è rimasto stabile - sottolinea Rolando Chiossi, vice presidente di Giv- mentre la posizione finanziaria netta rimane sugli stessi livelli dell’esercizio precedente, 0,77. Quanto ai debiti finanziari, i due terzi sono rappresentati da operazioni a medio-lungo termine ottenuti a favorevoli condizioni di mercato”. Casoli annuncia: “Cederemo alcuni asset non più strategici”. Che saranno cantine ma anche immobili. E il momento giusto per vendere? “Perché no? - risponde Chiossi - Qualcosa abbiamo già venduto”. La barra di Giv è puntata sulla crescita dei mercati esteri ma “il problema di oggi - conclude Chiossi - è che le banche ti garantiscono soltanto il capitale a breve. Mentre di quello per investimenti destinato allo sviluppo non se ne parla nemmeno”.


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