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Il Sole 24 Ore

Dal Canada alla Toscana per scommettere sul vino ... Grazie al successo in Nordamerica Tolaini ha investito 30 milioni nel Senese ... Ha fatto fortuna in Canada ma poi è tornato in Italia per realizzare il suo vero sogno: quello di produrre vino di qualità nella sua amata terra toscana Per riuscirci ha investito 30 milioni di euro in due tenute da 25 ettari ciascuna, immerse nel cuore dell’area del Chianti Classico, a pochi chilometri da Siena. Pierluigi Tolaini, lucchese di nascita, ha iniziato a concretizzare la sua idea quattro anni fa, e dalla cantina collocata in un edificio del Cinquecento (che si affaccia su un anfiteatro naturale di vigneti) oggi escono 200mila bottiglie che arrivano in tutto il mondo: l’export rappresenta l’80% dei ricavi totali. Tolaini aveva lasciato Lucca nel 1956 a soli 19 anni alla volta del Canada. Dopo molti lavori e tanti sacrifici, 23 anni compra per 92mila dollari una piccola società di trasporti a Winnipeg, e da lì comincia la sua ascesa Ora la sua TransX è tra le più importanti aziende di trasporti di cibi freschi e congelati del Paese nordamericano, con un giro d’affari di alcune centinaia di milioni di dollari, 2.500 mezzi e i.8oo dipendenti. Ma nonostante il successo raggiunto Tolaini non è del tutto soddisfatto, perché l’Italia gli è rimasta nel cuore, così come la passione per il vino. Così nel 1999 comincia a cercare le proprietà dove realizzare il suo sogno nel cassetto. E le trova qualche anno dopo a Castelnuovo Berardenga, vicino a Siena, in una zona ideale a 0 metri di altitudine. Ristruttura l’antica villa della tenuta di Vallenuova, la cantina locale, e costruisce abitazioni di campagna per ospitare famiglie intere di lavoratori stranieri che lavorano i suoi vigneti nell’azienda che ha preso il suo nome: Tolaini Wines. Per loro inventa e brevetta anche il “Rossetto”, un micro trattore cingolato manovrabile con i piedi che lascia le mani libere per la potatura, la legatura e la vendemmia e permette di selezionare e raccogliere con cura i grappoli migliori - posizionati a 40 centimetri dal suolo - con un risparmio di tempo del o per cento rispetto alle lavorazioni normali. Da qui, e con il contributo di esperti come Michel Rolland e Andrea Paoletti, e di un team di giovani tecnici, arriva anche il successo della sua nuova avventura italiana, che per ora impiega 30 addetti, e fattura 2 milioni di euro. “Mali nostro obiettivo - spiega Diego Bonato, giovane direttore generale dell’azienda agricola - è di giungere presto milioni di giro d’affari, portando la produzione a 300mila bottiglie e iniziando la penetrazione commerciale di mercati nuovi come Korea, India, Brasile, ma anche Vietnam, Indonesia, Russia e Paesi Balcanici (oltre agli Usa, che valgono il 70% dell’export e l’Europa occidentale)”. Una strategia di espansione che fa leva soprattutto sulla qualità e sulle caratteristiche di eccellenza di vini come il Picconero, il Valdisanti e il Chianti Classico Riserva, già premiati di recente a livello internazionale. Sempre con la regia costante, e sotto lo sguardo vigile ma appassionato del “primo lavoratore dell’azienda” come si autodefinisce Pierluigi Tolaini.

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