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Il Sole 24 Ore

In vetrina 100 grandi bottiglie italiane ... Al gran ballo dei 100 migliori produttori nazionali gli operatori, in particolare americani, rispondono con una grande partecipazione. Ieri al Palazzo della Ragione tutto il gotha del vino italiano ha preso parte, grazie a Opera Wine, al grand tasting delle cento grandi bottiglie italiane (una trentina toscane), in rappresentanza di tutte le regioni, selezionati da Wine Spectator, la rivista bibbia del vino nota in tutto il mondo. All’evento ha partecipato anche il presidente di Altagamma Santo Versace “per rimarcare
- sottolinea Matteo Lunelli, presidente delle Cantine Ferrari - come il bello e il buono vadano sempre d’accordo e i vini di Altagamma accompagnano spesso la moda e il design all’insegna dell’eccellenza italiana. Una sfilata di moda, una mostra di design, l’apertura di un negozio possono diventare un’ottima vetrina per i nostri vini”. Il gran tasting, dove ciascun produttore ha offerto un solo vino scelto da Wine Spectator, era aperto solo a 500 persone (con biglietto d’ingresso di 150 euro) ed è stato condotto da personaggi noti come il sommelier Charlie Arturaola, l’enologa Debra Meiburg e il wine blogger Dwight Casimere. “L’evento con Wine Spectator - commenta Davide Mascalzoni, dg di Giv - è stato ideato per spingere” sui mercati internazionale il made in Italy. L’iniziativa e ottima e la risposta del pubblico straordinaria. Rimango ancora molto ottimista sulle prospettive di crescita all’estero del mio gruppo e del vino italiano”. Molti produttori puntano opportunamente sui nuovi mercati ma senza mollare la presa su quelli “tradizionali”, come la Germania e gli Stati Uniti. “La partecipazione degli americani, compresi gli importatori - aggiunge Lunelli - dà il segno del successo in America del vino italiano. E degli spazi ancora disponibili: certamente per il Prosecco, nonostante il boom già realizzato, ma anche per le bollicine e il Trento classico che parte da livelli ancora bassi”. Dai grandi ai piccoli produttori di eccellenza. “In Italia - commenta Vincenzo Abruzzese, titolare della Valdicava di Montalcino (160mila bottiglie) - le riviste specializzate italiane spostano da 2 a 3 bottiglie divino l’anno: cioè niente. Una segnalazione di Wine Spectator invece la notano da New York a Tokio Beijing. Per noi è un veicolo di notorietà internazionale, insieme a Vinitaly che rimane comunque la vetrina migliore”. Dal vino agli insaccati il passo è breve. E infatti ieri al gran tasting era presente anche Levoni. “Il connubio tra vino e salumi - osserva Marcella Levoni, contitolare dell’azienda mantovana - è il più naturale possibile. Al gran tasting non ci solo vini d’eccellenza ma anche i salumi”.

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