02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Il Sole 24 Ore

Il vino batte la crisi con l’export I ricavi realizzati all’estero hanno superato del 15% i livelli del 2008 ... Il successo del vino italiano all’estero fa brillare i bilanci delle società, raddoppiano gli utili e aumenta l’occupazione. Nel 2011 l’incremento medio del fatturato delle cantine italiane dovrebbe attestarsi poco sopra il 9%, soprattutto grazie al traino dell’export, con una crescita delle etichette di qualità e dei risultati economici; per quest’anno quasi tutte le cantine, con Giv che consolidala sua leadership, prevedono di non subire cali del giro d’affari: è quanto emerge dall’indagine sul settore vinicolo pubblicata dall’ufficio studi di Mediobanca che analizza le 107 principali aziende vinicole con un fatturato superiore ai 25 milioni di euro.
In dettaglio, l’anno scorso l’incremento del fatturato delle società vitivinicole si è attestato al 9,2%, soprattutto grazie alla componente export, +il,5%, con recupero più modèrato sul mercato domestico, +7,1%. Risultati molto positivi, tanto che nel 2011 le vendite all’estero hanno superato del 15,6% il livello pre-crisi del 2008, così come quelle domestiche, +3,8%. Tuttavia il 2011 segna una caduta degli investimenti, che Mediobanca quantifica nel 19,1% rispetto al 2010, essenzialmente per la contrazione delle cooperative (-31,6%) rispetto alle non cooperative (-5,7%).
Gli spazi di crescita sui mercati internazionali alimentano nuovi investimenti. “Siamo contenti dei risultati raggiunti - osserva Vittorio Moretti, presidente di Holding Terra Moretti con le cantine Bellavista e Contadi Castaldi in Franciacorta, Petra e Tenuta La Badiola in Toscana - e abbiamo ancora notevoli margini di crescita dell’export”. Moretti esporta il 40% del rosso “ma vogliamo arrivare al 70%” conclude l’imprenditore che nel 2011 ha fatturato 32,5 milioni.
Anche il Gruppo italiano vini ha appena costituito Shanghai Giv in Cina (con a capo un manager francese) e stabilito il primo canale di penetrazione diretta nell’immenso paese asiatico. Nel contempo il gruppo cooperativo chiude il bilancio 2011 con un balzo dei ricavi consolidati a 368 milioni (57% all’export), in netta crescita sui 328 del 2010. “Le stime - osserva Corrado Casoli, presidente di Giv- indicano che entro un quadriennio i consumi cinesi divino balzeranno di oltre il 5O% a 240 milioni di casse”. Per ora però il grande mercato di sbocco per Giv rimane il Nord America che genera circa un terzo del fatturato consolidato.
Per Roberto Giannelli, titolare della Cantina San Filippo di Montalcino, “in Cina le potenzialità di crescita sono consistenti ma per ora l’export italiano è un prodotto di medio basso prezzo. Ora l’arrivo anche dei produttori di qualità dovrebbe contrastare la percezione di un made in Italy non altezza del vino francese. Ci vuole tempo, ma il copione è identico a quello seguito per gli Stati Uniti”. La Cantina San Filippo produce 7omila bottiglie tra Brunello, Rosso e Sant’Antimo per 1’8o% destinate all’export. “Sono appena rientrato dagli Stati Uniti - aggiunge Giannelli - e mi sono convinto delle potenzialità di crescita del Brunello, che negli Usa è già fortissimo, anche osservando la cultura del vino sviluppata dai consumatori americani. Sono ottimista anche per il 2012”.
Tornando a Mediobanca, il report segnala che il peso della produzione dei grandi vini (Docg e Doc) è balzato dal,5% del 1996 al 52,5%del 2012. Il trend media tra la dinamica delle coop, che sono passate dal 39,1% al 52,5%, e quella delle Spa che si sono mosse in direzione opposta: dal 54,4% al 52,2%. Quanto alle aspettative per l’anno in corso, il 93% degli intervistati prevede di non subire un calo delle vendite.
Quanto invece ai bilanci del 2010, secondo Mediobanca mostrano importanti recuperi di redditività: margine operativo netto su fatturato al 5,6% dal 4,8% del 2009; riduzione degli oneri finanziari netti (-21,4% sul 2009) dopo la caduta dei tassi d’interesse e con debiti finanziari sostanzialmente invariati (+0,6%). E soprattutto incremento degli utili netti che arrivano a 138 milioni (con 43 da operazioni straordinarie) contro i 67 del 2009. La struttura patrimoniale dei grandi produttori rimane solida, con un rapporto tra debiti finanziari e capitale netto inferiore all’unità (82,5%), in miglioramento sul 2009 (85,6%).Da sottolineare l’incremento dei livelli occupazionali dal 2006, +1,7%, a fronte però di variazioni negative segnate dalle società del beverage (-2,5%) e dall’industria manifatturiera italiana (-5,1%).

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su