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Il Sole 24 Ore

Sulla vigna libera la Ue ci ripensa ... “Il solo fatto di aver istituito un gruppo di alto livello che sta studiando l’impatto del sistema dei diritti d’impianto è segno che Bruxelles si è convinta della necessità di ripensare la questione”. La conferma arriva direttamente dal Commissario Ue all’Agricoltura, Dacian Ciolos, che ieri ha preso parte al Vinitaly di Verona. La deregulation dei vigneti fissata al 2015 dalla riforma dell’organizzazione comune di mercato del vino varata nel 2007 punta a mandare “in pensione” il sistema dei diritti di impianto (le licenze produttive che è necessario detenere insieme alla titolarità del vigneto per produrre vino). Ma si tratta di una prospettiva che ha sollevato nei mesi scorsi una dura opposizione da parte di un folto gruppo di paesi produttori europei (arrivati oggi a quota 15) e guidato da Francia e Italia.
Il rischio è che la liberalizzazione possa portare a un sensibile incremento delle superfici a vigneto in Europa alla possibile delocalizzazione degli impianti da aree tradizionalmente produttrici verso paesi che vantano costi della manodopera più bassi. Una prospettiva che, oltre ad essere in forte contraddizione con la massiccia operazione di estirpazione dei vigneti (finanziata sempre con il bilancio comunitario) ed effettuata negli ultimi tre anni, rischia anche di determinare un boom dell’offerta con conseguente riduzione dei prezzi dei vini. “Il problema non è mantenere il sistema dei diritti - ha aggiunto Ciolos - ma individuare soluzioni pragmatiche per renderli più efficaci. Prima di prendere decisioni in merito riteniamo importante attendere i risultati dell’indagine che sta effettuando il gruppo di alto livello e poi valutare anche gli schieramenti in campo tra i Paesi. Ricordo infatti che la deregulation dei diritti di impianto è parte integrante di una riforma approvata appena quattro anni fa e occorrono maggioranze qualificate per intervenire sulla questione”.
“La novità importante - ha aggiunto ieri il ministro per le Politiche agricole, Mario Catania - è che la Commissione si stia cominciando a interrogare sulla necessità di rivedere questo capitolo. Poi occorrerà lavorare sul piano tecnico per individuare una soluzione che non sia una mera proroga dell’attuale sistema dei diritti di impianto ma che possa garantire nel futuro il medesimo effetto sulla gestione del potenziale produttivo”.
Ma alcune indicazioni importanti sono venute Commissario Ue anche sul capitolo della promozione. “Siamo convinti della necessità di adattare a una realtà di mercato in continua evoluzione gli strumenti di promozione dei prodotti di qualità e del vino in particolare. In quest’ottica è anche possibile che vengano estesi ai paesi comunitari i sostegni alle azioni promozionali dedicati al vino e oggi limitati solo agli investimenti sui mercati extra-Ue”.

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