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Il Sole 24 Ore

Verona scopre la via della Cina ... Un vento del Sud-Est asiatico soffia sul vino italiano. E il principale elemento che emerge dalla 46 edizione di Vinitaly che si è chiusa ieri a Verona. Un’edizione del tutto nuova e concentrata soprattutto sul business cui sono stati dedicati tre giorni su quattro lasciando al pubblico solo l’apertura della domenica (anziché le due giornate del passato). Una formula che se è stata accolta positivamente dalle imprese (che hanno incrementato i contatti di lavoro), d’altro canto, non ha prodotto l’atteso brusco calo nel numero dei visitatori (che sono stati 140mila contro i circa 10mila dello scorso anno). Meno pubblico quindi e più operatori professionali che solo nella giornata di lunedì hanno fatto registrare oltre 40mila ingressi. Aumentata anche la presenza di visitatori stranieri che è arrivata al 35% del totale (erano il 30% lo scorso anno). “Il dato per noi più significativo - ha detto ieri il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani - è l’ingresso dei buyer cinesi nella topten dei visitatori internazionali e il consistente recupero anche degli operatori giapponesi”. Gli acquisti cinesi di vino italiano nel 2oil sono cresciuti del 64% portando la Cina fra i primi 15 clienti di bottiglie made in Italy. Il Giappone, invece, dopo due anni di crisi negli acquisti, ha riaperto le porte al- le etichette italiane il cui export è cresciuto del 18,6 per cento. “Numeri che hanno trovato riscontro - ha aggiunto il presidente di Veronafiere, Ettore Riello - anche nella presenza di buyers asiatici a Verona. Per questo dovremo ora anche riformulare anche il nostro impegno in quei paesi. In Asia abbiamo già un accordo di partnership con la fiera di Hong Kong e stiamo ripensando anche le nostre iniziative promozionali in Giappone”. Ma fra i visitatori di Vinitaly 2012 si è assistito anche al consolidamento delle presenze da Germania, Usa e Canada e a un altro significativo ritorno: quello dei buyers francesi. “Stiamo pensando in maniera più strutturata - ha proseguito Mantovani - a iniziative promozionali da realizzare in Brasile: i consumi sono in crescita ma ma i tassi doganali penalizzano il made in Italy”.
Molto positivi i commenti sul Vinitaly 2012 da parte del mondo delle imprese. “Siamo stati fra i promotori dei cambiamenti per coinvolgere di più il mondo della ristorazione - spiega il presidente della Marchesi de’ Antinori, Piero Antinori - e i numeri ci dicono che avevamo ragione. Trovo significativo poi il dato sui buyer cinesi anche perché proprio in concomitanza con Vinitaly a Hong Kong si è svolta un’importante fiera sul vino che però non ha limitato le presenze asiatiche a Verona”. “Vinitaly sta diventando una fiera più professionale - aggiunge Gianni Zonin, presidente di Casa vinicola Zonin- come gli appuntamenti di Dusseldorf, Bordeaux e Londra. Ho approvato l’idea di dedicare uno spazio, quello di Vivit, ai vini biologici. Si tratta di una nicchia in crescita. Noi stiamo pensando di dedicare agli organic wines alcuni ettari nelle tenute di Sicilia, Friuli e Toscana”. “Credo che oggi ci sia maggiore bilancia- mento fra operatori e pubblico- ha aggiunto il presidente della Masi, Sandro Boscaini - e una migliore organizzazione delle giornate. Fino allo scorso anno nel giorno di chiusura la fiera era pressoché deserta mentre oggi è vivace come nelle giornate precedenti”.

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