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Il Sole 24 Ore

L’incognita dell’Iva sui consumi ... Ferrua: il ritocco delle aliquote produrrà un aggravio per le famiglie di 3 miliardi ... L’industria alimentare italiana appesa all’export. L’Italianfood procede a passo di carica: quest’anno dovrebbe crescere dell’8-9% intorno ai 25 miliardi (su 130 totali), più o meno come nel 2011 quando è balzato del +10% a 23 miliardi. Con performance diverse per il vino (+13%), per il grana padano e il parmigiano (+16%), per la pasta e l’olio (+7%) risultati lusinghieri se si considera che all’estero non disponiamo dell’artiglieria pesante della grande distribuzione, come succede per la Francia, con Carrefour e Auchan, e per la Germania, con Rewe, Lidl e Aldi.
Viceversa, sul mercato interno le previsioni indicano un altro scivolone dei consumi, a valore costante, del 2%, intorno ai 208 miliardi, ma che potrebbe appesantirsi (-2,5%) con la nuova stangata dell’Iva: due punti percentuali secchi sulle aliquote del io e del 21%, promessi, per il prossimo autunno, dal decreto Salva Italia che peserebbero sui bilanci delle famiglie per tre miliardi. L’auspicio delle imprese è che il Governo, nell’ambito della spending review, riesca a individuare le risorse necessarie per evitare la stangata dell’Iva. Ma se è vero che i balzelli non finiscono mai, dietro l’angolo ne incombe un altro: una food tax di 2,5 centesimi per lattina e 0,5 euro per litro di superalcolico ideata dal ministro della Salute Renato Balduzzi.
Con questo scenario in cui l’export tira ma il mercato domestico langue, si apre domani a Parma la i6esima edizione di Ci- bus, il Salone internazionale dell’alimentazione, che terrà banco fino al 10maggio. Si inizia subito con l’assemblea annuale di Federalimentare con ospiti di livello e un titolo significativo: “Tornare a crescere. Rilanciare i consumi, sostenere l’internazionalizzazione: le ricette dell’industria alimentare”. Parteciperanno, tra gli altri, il presidente di Federalimentare, Filippo Ferrua, il ministro per le politiche agricole, Mario Catania, il presidente designato di Confindustria Giorgio Squinzi e il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera.
Nei padiglioni saranno di scena i prodotti del lattiero caseario, della carne, del pomodoro, dei piatti pronti, del biologico, del dolciario. Anche quelli salutistici e dietetici, all’interno dell’area dedicata ‘Pianeta Nutrizione’. La grande incognita del mercato domestico non ha ridotto, stando alle dichiarazioni degli organizzatori, il feeling pèr Cibus. “Cibus ha fatto il pieno con 2.300 espositori, come l’ultima edizione - sottolinea Antonio Cellie, ad di Fiere di Parma -. sono anche triplicatele prenotazioni dei buyer dei Paesi emergenti”. Domani Ferrua avanzerà al governo una serie di richieste: la deducibilità degli investimenti promozionali all’estero, l’innalzamento del tetto per la defiscalizzazione delle operazioni di M&A, l’incremento della quota del piano promozionale 2012 dell’Ice oggi ferma al 7%, la rottura delle rigidità tariffarie dell’autotrasporto. Poi ricorderà al governo che, nell’ultimo quinquennio, le 6.300 imprese alimentari hanno pesato solo per lo 0,6%
sul monte ore Cig del 2011 e senza dolorosi piani di ristrutturazione. “Il Governo però ha deciso inopportuni aumenti dell’Iva - sosterrà Ferrua - che, in autunno, potrebbero tradursi in un aggravio per le famiglie stimabile in tre miliardi”. Peraltro un eventuale aumento dell’Iva “presenterebbe un bilancio costi benefici discutibile - interviene Alberto Frausin, presidente di AssoBirra, l’associazione degli industriali della birra - L’ultimo ritocco di un punto al 21% dell’Iva ha prodotto un calo dei consumi di birra dello 0,4-0,5% e con il prossimo, se confermato, arriverebbe vicino all’1%. Mi chiedo: ne vale la pena? L’erario incasserebbe pochi spiccioli e deprimerebbe un business che impiega 140mila addetti”.

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