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Il Sole 24 Ore

Il trampolino del Cibus per arrivare a Bangkok ... Chiuso il salone di Parma: ora le imprese puntano sulle fiere all’estero ... Cibus chiude e riapre. Non fa in tempo a calare il sipario sul 16° salone internazionale dell’alimentazione di Parma che i riflettori si accendono su “Cibus global forum: food for the future” e sul Thaifex 2013 di Bangkok co-organizzato da Fiera di Colonia e Ci- bus. Inoltre durante la prossima edizione di Cibus, il salone del dolciario “Dolce Italia” cambierà nome. “Si chiamerà “Cibus Dolce” annuncia Antonio Cellie, ad di Fiere di Parma - abbiamo appena firmato i contratti”. “Cibus global forum - anticipa Annalisa Sassi, presidente dei giovani di Federalimentare - tratterà della correlazione virtuosa tra l’alimentazione e lo stile di vita italiani e lo sviluppo sostenibile. Insomma un forum internazionale, con operatori provenienti da tutto il mondo, con convegni sulle tematiche del food e una sezione espositiva ridotta ma esemplificativa della filiera alimentare”. Il forum si terrà dal i6 al i8 maggio, incollato alla fiera milanese Tuttofood.
Qual è il bilancio di Cibus? Gli organizzatori dichiarano 63mila visitatori, 3mila in più della scorsa precedente. E con 12 mila buyer esteri, di cui 1.300 direttamente selezionati da Fiere di Parma (“impieghiamo cinque persone nella profilatura dei buyer” spiega Cellie). Sono raddoppiati i buyer provenienti dai paesi lontani, dall’Asia ma anche dagli Stati Uniti.

“L’impegno è stato gravoso - dichiara Filippo Ferrua, presidente di Federalimentare - ma i risultati ci sono. Siamo soddisfatti in particolare’ della partecipazione degli operatori stranieri: possono aprire ulteriormente la via dell’export”. Ferrua annette importanza all’alleanza stretta con la Fiera di Colonia per portare 200 imprese italiane a Bangkok, al Thaifex, la fiera del food numero uno dell’Asean, tuttavia “nel 2013 faremo una verifica sul campo”. Ferma poi si sofferma sulle 6.300 industrie alimentari che si battono per superare la recessione “ma queste non possono affrontare anche un governo che punta sull’ipertassazione”, in particolare sul ritocco dell’Iva in autunno e sulla food tax. “Con i ministri Passera e Catania - spiega - siamo d’accordo: è tempo di rilanciare l’economia con agevolazioni strutturali, cancellando del tutto la food tax e almeno rinviare per il 2012 l’aumento dell’Iva: sarebbe un primo provvedimento in direzione della crescita”. Tornando a Cibus, “abbiamo firmato tanti contratti - osserva Alberto Auricchio, contitolare della cremonese Gennaro Auricchio - e quando non è stato possibile sottoscriverli abbiamo comunque stabilito contatti con referenti dei mercati emergenti”. La società casearia fattura l20 milioni, esportando in 55 paesi, e in dicembre ha rilevato il Caseificio Colombo. “Con la crisi arrivano diverse offerte - aggiunge Auricchio - ma è necessario che le aziende siano di qualità e si integrino”.
Anche Pomì sottolinea la caratura internazionale di Cibus. Pomì è il brand che ha inventato la passata industriale e che ha lanciato la linea di passata salutistica con il 50% di licopene in più. “Esportiamo il 60% dei 220 milioni di fatturato - sottolinea Costantino Vaia, ad del Consorzio Casalasco - e ancor oggi continuiamo a crescere a doppia cifra”. Questione di brand? “Non solo - conclude Vaia - facciamo anche i terzisti per la grande distribuzione”.

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