02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Il Sole 24 Ore

Il vigneto intelligente ottimizza la vendemmia ... Ancora due anni e brinderemo col vino proveniente dal vigneto intelligente ed ecosostenibile. Una volontà che si fa via via sentire non solo dal mondo dei consumatori, ma anche da quello dei fornitori, che devono mettere in campo tecnologie per ottimizzare gli interventi sulla base dei reali fabbisogni della pianta. Da qui, il progetto Pica (Piattaforma integrata cartografica agriviticola) sviluppato da Cavit in collaborazione con la Fondazione Bruno Kessler (Fbk) e l’Istituto agrario di San Michele all’Adige, con cui - grazie a una raccolta certosina di dati - il viticoltore può vedere su internet il suo terreno e sapere quando irrigare, quando fare i trattamenti, quando vendemmiare. Ma anche cosa è preferibile coltivare su un preciso terreno. Una vititoltura di precisione, insomma, che trasforma il vigneto tradizionale in un vigneto intelligente. “La tecnologia consente di connettersi in tempo reale con i viticoltori, ma soprattutto di attingere e alimentare banche dati di interesse agrario, indispensabili alla viticoltura di precisione - spiega il direttore tecnico di Cavit, Andrea Faustini -. Cioè offre alle li cantine associate uno strumento per poter compiere delle scelte tenendo conto del territorio, del suolo, del clima e della risposta di adattamento della pianta a un determinato ambiente di coltivazione”. Il progetto Pica si compone di diverse unità di ricerca. Una studia i suoli su tutti i 5.400 ettari di superficie vinicola, per avere un sistema di irrigazione mirato e ottimizzato. Un’altra unità, grazie a più di 150 stazioni meteo sparse sul territorio, mette in relazione l’adattamento della vite al clima e al cambiamento climatico. “Che è ormai un dato di fatto - precisa Faustini -. Dagli anni ‘80 si è registrato tra aprile e settembre un aumento della temperatura di oltre i grado e mezzo. Un dato che può condizionare la scelta delle viti da piantare in una determinata area. Il progetto Pica elabora dei modelli previsionali che tengono conto anche di questo cambiamento. E in questo modo si ottimizzano le risorse e gli interventi dei viticoltori per avere ogni anno un’interpretazione della vendemmia ai massimi livelli”. La tecnologia “messa in campo” consta di un programma che alimenta in tempo reale la banca dati, oltre 150 stazioni meteo che si interfacciano ai vigneti, sensori a diversa profondità segnalano quando viene raggiunto uno stato critico del terreno che può mettere a rischio la vite. E l’avviso viene inviato attraverso centraline, sms o email all’agronomo o al consorzio. “L’aspetto più importante del progetto - continua - è che permette di individuare l’ambiente di coltivazione ideale per ogni varietà di vite. Soprattutto in una regione come il Trentino caratterizzata da un’ampia varietà di clima (dal simil Mediterraneo del lago di Garda a quello nord continentale alpino sopra Bolzano) e di tipi di terreno. E quindi necessario studiare bene il territorio per ottenere la massima espressione qualitativa nei diversi ambienti di coltivazione”. Partito a giugno del 2011, Pica finirà nel giugno del 2014, “ma stiamo già sviluppando modelli previsionali utili anche per altre realtà agricole della regione” conclude. Il costo? E un investimento di Cavit, messo a disposizione delle ii cantine del network, una rete di 4.500 vinicoltori.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su