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Il Sole 24 Ore

Rischio siccità sulla vendemmia ... Franciacorta apripista: iniziata ieri la raccolta - Le attese dei produttori ... Con i primi grappoli dì Chardonnay e Pinot nero tagliati ieri in Franciacorta (Brescia) è cominciata la vendemmia 2012. Le uve “base spumante” sono infatti le più precoci e aprono la stagione del vino italiano le cui fasi di raccolta si concludono solo a novembre con i grandi rossi (Aglianico e Nebbiolo). Grandi attese si registrano attorno all’annata 2012. Sia per capire se sarà ribaltato il dato 2011 (quando con una produzione di 40,3 milioni di ettolitri si è toccato il minimo degli ultimi 60 anni) sia per il peso specifico del vino italiano, un segmento che, nonostante la crisi generale e grazie al volàno dell’export, è riuscito a mantenere intatte le proprie posizioni.
Nei giorni scorsi da parte delle organizzazioni agricole, dalla Coldiretti alla Cia, dalla Confagricoltura a Fedagri-Confcooperative, è stato lanciato l’allarme sul forte caldo e sulla siccità delle ultime settimane che potrebbero ulteriormente penalizzare una produzione già lo scorso anno ai minimi storici. “Fornire numeri in questo momento non ha senso - spiega il direttore di Assoenologi (che diramerà le proprie stime produttive solo alla fine di agosto), Giuseppe Martelli- anche perché su quantità e qualità i giochi sono ancora tutti da fare. Spesso si assiste a un agosto torrido e si teme che ne possa risultare penalizzata la vendemmia. Il punto è che la siccità che può frenare la produzione non è quella dell’estate, ma quella che si è verificata lo scorso inverno insieme alle temperature oltre la media registrate in primavera Tuttavia - aggiunge il direttore dell’associazione degli enologi italiani - laddove i vigneti sono ben assistiti dall’irrigazione non ci saranno problemi. E questo deve farci ricordare che la tradizione da sola non basta per assicurare la qualità del vino, ma che anche nel vigneto è decisiva la tecnologia”.
Di certo le fasi della raccolta delle uve vanno adeguate a condizioni climatiche profondamente cambiate rispetto a 30 anni fa. Secondo un rapporto della Coldiretti, infatti, il clou della vendemmia avviene ormai con circa un mese di anticipo rispetto al passato. E anche le caratteristiche del vino visto sono mutate: le temperature più elevate hanno determinato un innalzamento, in media di un grado, della gradazione alcolica dei vini.
“Il clima è cambiato - dice il presidente di Federvini, Lamberto Vallarino Gancia - ma anche i produttori italiani e i loro enologi si sono attrezzati per garantire comunque al mercato prodotti di grande qualità. L’incremento medio della gradazione alcolica, legato alle elevate temperature, dovrebbe metterci fuori mercato visto che in questi anni si sono affermate fra i consumatori vini meno alcolici e strutturati. E invece, proprio grazie alla capacità di lavorare nel vigneto e in cantina,le aziende italiane hanno saputo migliorare i propri prodotti, garantire maggiore equilibrio a etichette che in passato facevano fatica ad affacciarsi sul mercato, continuando a incontrare il gusto internazionale”. Getta acqua sul fuoco, è il caso di dire, anche il presidente dell’Unione italiana vini, Lucio Mastroberardino. “Certo che la siccità degli scorsi mesi può penalizzare la produzione - spiega - ma non va dimenticato che la vite non è una coltura irrigua come il mais che senz’acqua viene azzerata. Aiutano in molti casi i vigneti irrigati e i tanti che sorgono in aree vocate, su terreni argillosi che incamerano acqua nel tempo per rilasciarla quando serve. Insomma non sarà una raccolta facile ma niente paura: d’altro canto, quale vendemmia lo è mai stata?”.

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