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Il Sole 24 Ore

Online la rete di “Vino libero” da Pa e additivi … Prima è arrivata l’operazione Volumi Bollati, ora è la volta di Vino Libero, la campagna lanciata da Fontanafredda di Serralunga D’Alba -120 ettari di vigneti e un fatturato di 40 milioni di euro - e da Oscar Farinetti, patron di Eataly e socio delle cantine che furono del conte Emanuele di Mirafiore e Fontanafredda, figlio naturale di Vittorio Emanuele II e della Bela Rosin. Dodici i produttori coinvolti nel progetto: dalla Puglia, con Agricola del Sole, alla Sicilia, con Calatrasi&Miccichè, le Marche (Fulvia Tombolini), su fino al Triveneto (Serafini&Vidotto e Le Vigne di Zamò), alla Lombardia (Franciacorta Monte Rossa), fino alle sei cantine del Piemonte (oltre a Fontanafredda e Mirafiore, Borgogno, San Romano, Cantine del Castello di Santa Vittoria e Brandini). Un milione le bottiglie potenziali sul mercato. Al bando concimi chimici e diserbanti, riduzione di almeno il 40% dell’uso di solfiti in cantina. Operazione che fa il paio con la promozione del “Barolo al bicchiere” e con l’idea di creare una rete diffusa per l’acquisto e il consumo di questa tipologia di prodotti, una rete che dovrebbe coinvolgere anche le librerie Feltrinelli: “Siamo a un passo dall’accordo” anticipa Farinetti.
“Abbiamo bisogno, e il vino più di tutti, di semplicità e velocità” racconta in una battuta il fondatore di Eataly. “Siamo reduci da cinque anni di vendemmia a residuo zero per concimi chimici e diserbanti e abbiamo abbattuto del 75% l’uso di solfiti rispetto alle soglie previste, questo è il modello di Vino Libero che proponiamo. Basti pensare che in Italia ci sono 12 enti di controllo nel settore, in Francia soltanto tre, e i produttori riescono ad ottenere anche un prezzo più alto per il loro lavoro”. Un percorso di liberazione, dunque, così Farinetti lo descrive, dalla troppa chimica e dalla burocrazia, oltre che dalle logiche degli abbinamenti e dai packaging inquinanti. Un vino, quello “Libero”, che punta a fare community: l’obiettivo, entro marzo 2013, è costituire la rete di 400 enoteche e 600 tra ristoranti, wine bar e wine pub che avranno uno spazio dedicato, in vetrina o sulla carta dei vini, alle etichette divino libero. In totale, mille fornitori per una proposta di consumo che raggiungerà, secondo le previsioni, 100mila potenziali clienti. “Ad oggi- spiega Roberto Bruno, direttore commerciale di Fontanafredda - i vini che fanno capo alle etichette Fontanafredda e Casa E. di Mirafiore registrano vendite per il 50% sul canale “on trade”, cioé ristorazione e wine pub, e al 50% sull’off-trade, destinati al consumo casalingo. Se si analizzano in particolare gli acquisti di barolo, la quota di vendite sul canale off è crescente, da qui l’idea di creare una vera e propria rete che superi il concetto di e-commerce ma che possa contare su luoghi fisici, come enoteche, wine bar e ristoranti, dove i clienti possano ritirare il vino ordinato”. Il progetto, aggiunge Andrea Cantamessa, direttore vendite di Fontanafredda, “sta entrando nel vivo, da dieci giorni è attivo il sito vinolibero.it e stanno arrivando i primi ordini online e le adesioni da parte dei locali interessati a sposare un progetto destinato non a creare una nuova rete commerciale nuova ma a valorizzare una rete esistente”. Fuori dalle logiche del franchising e delle classiche royalties, però. “L’idea - conclude Cantamessa - è anche quella di creare uno scambio virtuoso con i locali che aderiscono alla rete; ad esempio vorremmo offrire la possibilità ai clienti finali di prenotare sul sito il tavolo nei ristoranti che hanno la carta Vino Libero”.

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