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Il Sole 24 Ore

Un sorso di Toscana in un calice di rosso ... La viticultura naturale alla conquista del mondo dell’enogastronomia ... Aloe vera e propoli al posto di rame fertilizzanti chimici per produrre vini eccellenti. Sono le cure naturali applicate ai vigneti dell’azienda agricola Colle Bereto, piccolo gioiello della filiera enologica del Chianti Classico, immersa tra le colline di Radda in Chianti, dove per tradizione si producono vini di altissima qualità. È qui che nascono alcuni dei rossi più importanti e pregiati di tutto il territorio, con tecniche che si ispirano alla tradizione e il lavoro manuale al posto dei diserbanti. Le vie della qualità sono infinite e a volte impreviste. Come quando Lorenzo Pinzauti e sua moglie Franca, proprietari cli Colle Bereto, decisero di trattare le vigne con metodi completamente naturali, utilizzando l’albe e la propoli in sostituzione dei tradizionali fertilizzanti chimici. Una scelta vincente, che ha restituito al vino quel sapore antico e autentico di un tempo. Ma non sono solo le tecniche di lavorazione a favorire il gusto dei vini di Colle Bereto. L’esposizione a sud-ovest dei vigneti è infatti quella più confacente a una perfetta maturazione delle uve. La posizione è collinare, 550 metri sul livello del mare, e la composizione dei terreni è costituita da Galestro e Alberese su basamento roccioso. Questi elementi, uniti a un clima favorevole e all’altitudine ottimale, rappresentano i fattori basilari per ottenere un prodotto cli altissimo livello qualitativo. La tenuta produce quattro etichette di rossi: un Chianti Classico, un Chianti Classico Riserva con uve 100% Sangiovese, un Pinot Nero (Il Cenno) e un Merlot (Il Tòcco). A questi si affiancano poi un bianco (Albo), uno spumante metodo classico (Colle B), più una serie di prodotti come olio, miele, aceto e grappa. Tutti i vini godono di un passaggio di al- meno 12 mesi in legno, dove arrivano a maturazione lentamente e al momento giusto vengono accompagnati in bottiglia. Ogni etichetta trova il suo naturale posto negli oltre mille metri quadri di cantina, completamente rinnovati nel 2006. La tenuta invece risale a tempi molto più antichi e faceva parte di un ampio complesso agricolo, che si estendeva per oltre 250 ettari nel territorio di Radda. Caduta in uno stato di semi abbandono, nel 1980 Pinzauti ne acquistò una porzione (circa 60 ettari, dei quali 15 a vigneto, 10 a oliveto e 20 di bosco), iniziando l’attività agricola. Oggi il centro dell’azienda è un caratteristico borgo chiantigiano, finemente ristrutturato, le cni origini risalgono ai primi anni dell’XI secolo, quando ne venne fatta donazione alla Chiesa di San Lorenzo a Coltibuono da parte di un ricco possidente di Radda in Chianti. Oggi Colle Bereto non è solo un’azienda che produce vino e altri prodotti alimentari. Il suo nome è diventato un punto di riferimento per l’enogastronomia locale, potendo contare su un’enoteca e un wine bar a Radda in Chianti, un locale nel centro storico di Firenze e, tra poco, anche un ristorante a Tokio. Ed è proprio tra le morbide colline di Radda che gli ospiti possono trovare il massimo relax, abbracciati dalla natura agreste di questi luoghi, con lo sguardo che dall’azienda si estende lungo tutto il panorama senese, sorseggiando di tanto in tanto il vino di queste terre. Un tuffo nel passato, racchiuso in un calice di ottimo rosso.

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