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Il Sole 24 Ore

Il russo Tariko sale al 95% di Gancia ... Varato un aumento di capitale da 13,5 milioni - In cantiere un piano a cinque anni con investimenti per 20 milioni ... Lo zar della vodka, Roustam Tariko, sale al 95% di Gancia. E punta altri 20 milioni con il Piano quinquennale dell’azienda vinicola piemontese. Grazie a un aumento di capitale di 13,5 milioni, a 35,2 milioni, varato venerdì scorso, il tycoon russo potrà conquistare (se alcuni soci di minoranza rinunceranno a sottoscrivere le quote di competenza) il controllo quasi totale di Gancia. Un esborso ulteriore per Tariko che si aggiunge ai 420 milioni di dollari pagati per acquisire il produttore e distributore polacco Cedc. Durante l’assemblea dei soci è emerso anche che Gancia ha sottoscritto un accordo con l’americana Wine Group, terzo wine company mondiale, per la distribuzione esclusiva del marchio negli Stati Uniti. Pentito dell’acquisto di Gancia? “Sono tranquillissimo-osserva il cinquantenne imprenditore, a C anelli anche per la festa dei conferenti delle uve -. Tutto sommato Gancia è un’operazione piccola (100 milioni compresi 30 di debito, Ndr) rispetto ad altre condotte nel mio percorso imprenditoriale. In Russia ho rischiato molto di più. Gancia però deve diventare un marchio globale: non avrei fatto l’investimento se non ne fossi convinto”. Cos’è stato fatto in 18 mesi di gestione? “Abbiamo rivisto - risponde lo zar della vodka - le linee dei prodotti e il packaging, ampliato la distribuzione, rimodulato il marketing e abbiamo assunto personale specializzato”. Ciò detto Tariko sottolinea con forza che il suo è un investimento dilungo termine che “non ci può essere il break even a breve”. Infatti la perdita per l’ultimo esercizio si aggira intorno ai 6 milioni che fanno salire il totale intorno ai 22 milioni solo nell’ultimo quadriennio. Quindi l’aumento di capitale serve anche a dare elasticità a una situazione finanziaria appesantita. “I1 3,5 milioni - aggiunge Tariko - servono a ripianare le perdite e rilanciare gli investimenti. L’iniezione di liquidità ci consente inoltre di alleggerire i tassi. UniCredit e le altre banche comunque ci hanno confermato il loro appoggio”. L’esercizio 2012/13 (chiuso a marzo) ha registrato ricavi per 50 milioni, in calo rispetto ai 64 del precedente. Motivo? “Abbiamo fatto pulizia - risponde l’ad Sergio Fava, in carica da un anno - Per esempio la rinuncia alla distribuzione dei vini Rivera. Non abbiamo un’attesa spasmodica sul breve ma contiamo già nel nuovo esercizio di ritornare sui 65 milioni di ricavi. Siamo una sorta di re-start up. Gancia non punta sul numero di bottiglie vendute ma sui margini che devono essere coerenti con il grande valore del contenuto”. Il Piano quinquennale varato prevede inoltre per il primo biennio ancora una perdita sul Mol ma poi si dovrebbe registrare un netto miglioramento. Se non altro perle sinergie distributive attivate con il colosso Russian Standard (sempre controllato da Tariko) e Cedc. “Ci concentriamo - sostiene il tycoon- su Russia (abbiamo raddoppiato le vendite di vermouth), e Stati Uniti, oltre all’Italia. Poi su Giappone, Corea, Regno Unito”. Poi Tariko si sofferma sulla contrapposizione tra la forza dei vini italiani e la debolezza del sistema. “I1 Prosecco? Si è permesso a troppi produttori, anche a chi non lo meritava, di entrare e la quantità ha finito col deprimere i prezzi: è un errore gravissimo”. E il metodo-classico? “Ottimo prodotto ma non lo vuole nessuno. Manca un brand che lo imponga sui mercati internazionali”. Il suo interesse per altre aziende vinicole o per le banche? “Per Cedc e Gancia - conclude - ho speso abbastanza. Ora mi concentro su quello che ho”.

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