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Il Sole 24 Ore

Balzo dell’export verso gli Stati Uniti ... Più quantità e anche più valore sul mercato a stelle e strisce - Distanziata l’Australia, secondo partner di Washington ... Più quantità e più valore sul mercato a stelle e strisce. Nel primo semestre l’export di vino italiano negli Stati Uniti (primo mercato d’esportazione) è cresciuto sia a valore, +5,6%, che a volume, +1,9%. In un mercato che ha ingranato decisamente la retromarcia: -6%. “I dati sono estremamente positivi - commenta Lucio Caputo, presidente dell’Italian wine & food institute - Soprattutto perché sono maturati in un contesto di contrazione dell’import americano”. In dettaglio, nel semestre il vino made in Italy ha registrato un valore di 632 milioni di dollari e 1,25 milioni di ettolitri Questo ha permesso all’Italia di distanziare ulteriormente l’Australia: ha registrato una contrazione del 4,3% in quantità e un incremento dell’1,5% a valore. Nel complesso, nel primo quadrimestre del 2013 l’export italiano di vino e mosti verso tutti i paesi è aumentato del 9,6% a 1,61 miliardi. “Un dato molto positivo
quello americano - osserva Gian Piero Broglia, presidente del Consorzio del Gavi - che indica il rafforzamento del prezzo medio del vino italiano, quindi il consolidamento in una fascia di prezzo più anelastica rispetto alla crisi. Gli Stati Uniti però conservano grandi potenzialità di crescita oggi i
consumi sono limitati ad alcune zone ma basterebbe una piccola crescita omogenea in tutto il territorio per generare un boom della domanda”. La produzione di Gavi, un bianco tranquillo, arriverà quest’anno a 1,2 milioni di bottiglie,di cui il 70% all’export. In particolare in Germania, Regno Unito e Giappone. Anche per Donatella Cinelli Colombini, titolare del Casato Prime Donne di Montalcino (180mila bottiglie soprattutto di Brunello, Rosso e Chianti), “il dato americano è il consolidamento dell’export nel 2013 è incoraggiante. Tuttavia noi registriamo una stabilità negli Usa ma con un mercato vivace nel vicino Canada Bene la Russia ma deludente il Regno Unito nonostante un grande lavoro di promozione. E in frenata Brasile e Cina”. Diverso il discorso per il Prosecco, arrivato a una produzione boom di 300 milioni di bottiglie. “Nei primi sette mesi - interviene Giancarlo Moretti Polegato, presidente di Villa Sandi - la crescita delle vendite si mantiene sul 15%. Bene gli Usa e il Regno Unito e, in generale, tutti i mercati. Il dato premia la strategia dei produttori che manterranno per tutto il 2013 e il 2014 listini inchiodati”. E le prospettive per fine anno? Variabili per zona di produzione. Broglia stima una crescita del Gavi intorno al Moretti Polegato spera di mantenere per il Prosecco il +15% Cinelli Colombinì invece dichiara: “L’export sembra perdere smalto. Speriamo che non si trasformi in una frenata”.

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