Il Sole 24 Ore

In Grecia prodotti scaduti pur di vendere ... Bonus benzina, prezzi inchiodati, sottocosto e sconti sui libri di testo. Mentre supermercati e iper, in Italia, si attrezzano ad affrontare la gelata autunnale nei carrelli della spesa - peraltro in attesa del paventato aumento dell’Iva dal 21 al 22% - la Grecia che affonda (secondo le stime sotto un altro Pil 2013 dato negativo a -4,4%) consente, da ieri, la vendita nei supermercati di cibi scaduti per un periodo limitato e a prezzi,ovviamente, più bassi. Naturalmente, le confezioni devono essere sistemate su scaffali appositi e gli esercenti dovranno assumersi tutte le responsabilità della vendita, pena una multa dai mille ai mila euro. Si tratta, in pratica, di tutti quei cibi, (come pasta, riso, olio, marmellate) per i quali il consumo è “preferibile” ma non vincolante entro la data indicata sulla confezione Quindi, sono consumabili anche dopo per un po’ di tempo. Prodotti “deperibili” come latte e carne non sono toccati dalla misura. E comunque il divieto di vendere cibi scaduti re- sta per ristoranti e bar. Con questa misurala Grecia è formalmente in linea con le norme europee dal momento che le confezioni di cibo che hanno una data di scadenza con il giorno e il mese possono essere vendute, secondo la disciplina Ue, fino a una settimana dopo, quelle con il mese e l’anno fino a un mese dopo e quelle che hanno solo l’anno fino a tre mesi dopo. Ma certamente il Paese abbatte tristemente un altro tabù delle società del benessere, quello della tutela tramite scadenza in etichetta. Intanto i greci riscoprono i sapori a “chilometro zero”. A luglio McDonald’s aveva annunciato la chiusura del suo punto vendita di Salonicco. Degli 11 fast food pre-crisi ne restano oggi solo due ad Atene. Ma anziché eliminare, si rischia solo di sostituire il cibo considerato “spazzatura”.