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Il Sole 24 Ore

Il vino biologico cresce a pieni giri ... Ambiente Stime Sinab: L’anno scorso superfici in aumento dell’8,6% ... Marcia sempre spedita la crescita del vino biologico. Secondo i dati Sinab (Sistema di informazione nazionale sull’agricoltura biologica) i vigneti nel 2012 hanno toccato quota 57mila ettari, in crescita dell’8,6% rispetto all’anno precedente. Un incremento che fa da contraltare al complessivo calo dei vigneti in Italia (secondo l’Uiv sono 655mi1a ettari, -1,35%) e che risulta inoltre superiore al progresso messo a segno superfici dedicate all’agricoltura biologica nel complesso (aumentate del 6,8%). “Le ragioni di questo progresso sono semplici - spiega il vicepresidente di Aiab, Cristina Micheloni -: innanzitutto il mercato del vino bio cresce di più all’estero che in Italia e il vino è il comparto agricolo più export oriented. Altro aspetto importante è che il vino è fra i settori agricoli più avanzati sotto il profilo tecnologico. Quasi ogni azienda infatti dispone di un enologo o comunque si affida a un consulente tecnico e questo facilita il recepimento delle innovazioni relative al sistema di produzione bio”. Fra le singole regioni la leadership per il maggior numero di superfici dedicate è della Sicilia (che conta i6mila ettari) anche se il trend di crescita più significativo si registra in Puglia (che è al secondo posto con 10mila ettari ma vede il proprio vigneto biologico aumentare del 27%). “Tuttavia trovo che le principali novità vengano dal Piemonte - aggiunge la Micheloni - una regione nella quale fino a poco fa non volevano neanche sentir parlare divino biologico mentre oggi registra una crescita del 10%”. In questo trend positivo non manca qualche elemento critico: ad oggi è monitorato l’andamento dei vigneti biologici ma non il trend del vino “green”. “Il regolamento Ue che definisce il vino biologico - conclude la vicepresidente Aiab - è del 2012 (prima era regolamentata solo la produzione delle uve ma non la loro trasformazione) e spesso gli organismi di ricerca ancora non sono attrezzati. E poi c’è un problema specifico del settore vitivinicolo e cioè che esistono consistenti partite di vino certificato come biologico ma poi commercializzate come vino convenzionale. Un fenomeno che in altri settori non si registra. Una mela bio, ad esempio, può essere venduta solo attraverso i canali del biologico. Al contrario una bottiglia divino pur se certificata come bio trova un mercato anche come prodotto convenzionale diventando così difficile da rintracciare”.

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