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Il Sole 24 Ore

Lettere ... Dall’agricoltura lo slancio per ripartire ... Sono contenta della nascita di Food24, il nuovo blog del Sole su alimentazione e produzioni agricole. Mi pare utile comprendere: l’esigenza di creare scuole locali sui temi dell’agricoltura di oggi; le nozioni di commercializzazione nei nuovi mercati con il corredo di studio delle lingue, usi e costumi degli acquirenti e modelli di vendita aggiornati. Andrebbe rivista dal fondo la legge agraria degli anni Cinquanta, destinata a creare vincoli insopportabili agli agricoltori proprietari per spingerli nelle fabbriche delle città. Così forse la disoccupazione giovanile potrebbe avere una soluzione dignitosa.

Mirella Bersani Calleri

Gentile lettrice, grazie per l’apprezza- mento delle iniziative del Sole 24 Ore. E peraltro si parlerà sempre di più di alimentazione, con l’avvicinarsi dell’Expo 2015, che, lo sappiamo, avrà come tema “Nutrire il pianeta, energia per la vita’. In questa prospettiva è importante, anche da un profilo culturale, ridare al lavoro nei campi la dignità e la stima che gli spetta. Senza contrapposizioni inutili e fuorvianti, tra agricoltura e industria, tra città e campagna, ma anche tra progresso e tradizione, tra nuove tecnologie e conservazione. Se è vero che l’agricoltura deve rispettare i ritmi della natura è altrettanto vero che le attività agricole possono avere successo solo grazie a massicce dosi di innovazione, non solo nella produzione, ma anche nella distribuzione, nel marketing, nella pubblicità. E l’Italia ha raggiunto livelli di eccellenza non solo in molte produzioni agricole, ma anche nei macchinari collegati, dai trattori alle macchine per la produzione della pasta, a quelle per confezionare e impacchettare. Ma l’Italia deve anche impegnarsi in un nuovo rapporto con l’Europa: difendendo le nostre produzioni e sfruttando le sovvenzioni, parte ineliminabile della politica agricola. Ci sono molti esempi di giovani che hanno trovato nell’agricoltura nuovi sbocchi professionali e di vita. Non solo nei campi tradizionali, come viticultura o settore lattiero-caseario, ma anche in ambiti tutti da esplorare come l’elicicultura (gli allevamenti di lumache).
Lei ha ragione. In Italia le risorse umane, i giovani, non mancano e la materia prima, i terreni, nemmeno. Una politica virtuosa dovrebbe riuscire a dare ai primi la giusta passione (e magari qualche incentivo alle vere produzioni) facilitando, anche in un’ottica di protezione- dell’ambiente, il recupero e la valorizzazione dei tanti terreni abbandonati. Buon anno.

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