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Il Sole 24 Ore

Quel vino che fa bene anche ai soggetti svantaggiati ... L’innovazione sociale al centro dell’esperienza della cantina “I Germogli” di San Colombano... Un fatturato da 200mila euro l’anno e tanta voglia di crescere e di innovare. Benvenuti nella cantina I Germogli, proprio in cima alla collina del vino di Milano a San Colombano al Lambro. Questa piccola realtà è una delle prime dieci realtà che si stanno sviluppando nel solco tracciato dal Manifesto Solidale Italiano. Un’alleanza nata dalla collaborazione tra quattro big del social-food Altromercato, l’Associazione italiana dell’agricoltura biologica (Aiab), Slow Food Italia e il Gruppo Cooperativo Cgm (a cui I Germogli aderisce). “Il Manifesto Solidale Italiano ha l’obiettivo di sostenere produzioni di cooperative e imprese del territorio attraverso sistemi di acquisto orientati a remunerare dignitosamente il lavoro, rafforzare le relazioni di fiducia e incoraggiare metodi di agricoltura sostenibile, condividendo una filiera produttiva e distributiva che ci consenta distare sul mercato in modo sostenibile da tutti i punti di vista” spiega Vittorio Rinaldi dal 2003 presidente di Altromercato e referente del progetto. “Insieme a tutti i produttori stiamo preparando un business plan, abbiamo stimato di raggiungere entro i prossimi due anni, tre milioni di fatturato” aggiunge Rinaldi. La cooperativa vinicola (Rosso del Corà e “Galeotto riserva” da uve San Colombano e uve autoctone della zona come barbera, croatina, e uva rara, le sue specialità) “utilizza” l’agricoltura per favorire il reinserimento terapeutico di soggetti svantaggiati. “Siamo una cooperativa sociale di tipo b” spiega Giancarlo Tosi, presidente. “Collaboriamo con la Casa Famiglia Sherwood, struttura che si occupa di minori e di giovani in condizioni di disagio e devianza offrendo loro una nuova opportunità di inserimento, attualmente nella nostra cooperativa lavorano a tempo pieno due soci e un ragazzo ex detenuto Da aprile a settembre durante il picco di lavorazione delle viti e dell’uva, impieghiamo fino a otto ragazzi”. Giovani assunti con un contratto a tempo determinato a circa 5oo-6oo euro al mese, “che qui imparano le regole del lavoro, il rispetto per i colleghi. Vogliamo creare autonomia e fiducia, prepararli ad affrontare il mondo del lavoro anche per quando lasceranno la nostra cooperativa”.

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