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Il Sole 24 Ore

Cibo e vino saranno i primi ambasciatori … Il meglio del food e del vino italiano in due padiglioni e quattro piani, nell’area del Padiglione Italia. Sono i simboli di un settore strategico per la nostra economia: il peso dell’export sul fatturato è quasi raddoppiato in un decennio, passando dal 13% del 2003 al 20% dell’anno scorso, per un valore di 33 miliardi di euro. Daun paio d’anni però lacorsa dell’export rallenta e nel 2014 la crescita si è fermata al 3,1%.
Nei sei mesi dell’Esposizione nel padiglione “Cibus è Italia” saranno presenti 400 aziende (compresi i Consorzi e le collettive valutati come singoli partecipanti) con mille marchi sui 5mila mq disponibili. Le prenotazioni degli spazi sono in overbooking, con una lista di attesa del 30 percento. Expo non è una fiera ma c’è una componente business:
infatti il Padiglione dell’alimentare sarà meta di milioni di visitatori ma anche di 2mila operatori professionali, con appuntamenti già pianificati da maggio a ottobre e visite nei territori.
Il tempio del food tricolore, collocato di fronte all’ingresso Est di Expo, sarà una delle strutture più grandi e si svilupperà su due piani espositivi più una terrazza per incontri ed eventi. Il padiglione è stato realizzato da Federalimentare4.Expo, società controllata pariteticamente da Federalimentare e Fiere di Parma, con un contributo del ministero delle Politiche agricole. “Il Padiglione è stato consegnato lo scorso 31gennaio - sottolinea Antonio Cellie, ad di Fiere di Parma e a capo del team tecnico - Ora si sta completando l’impiantistica e il condizionamento. Dal 1° marzo si partirà con gli allestimenti e dal 20 marzo si procederà al collaudo”.
Il presidente di Federalimentare, Luigi Scordamaglia, sottolinea la spinta alla valorizzazione che l’industria alimentare ha saputo dare alle tradizioni produttive agroalimentari e al sistema Paese. “Non c’è industria alimentare senza territorio: sono due cose legate - sostiene -Il nostro èun modello alimentare unico e vincente per qualità e sicurezza, fondato sulla valorizzazione della produzione agricola: acquistiamo e lavoriamo il 72% delle materie prime prodotte dall’agricoltura italiana”.
Il padiglione “Cibus è Italia” è suddiviso in 15 zone tematiche: latte e formaggi, carne bovina, riso, pane e pasta, dolci e snack, pomodoro e vegetali, design e comunicazione, carni suine e salumi, aceti e condimenti, olio, tecnologie di produzione sostenibili, bere italiano, filiera avicola, nutriceutica, territori. Lungo i percorsi scorreranno informazioni sulla genesi dei prodotti, le peculiarità e i territori.
I costi? Alle aziende un singolo modulo costa, per 6 mesi, 30mila euro, ma il secondo scende a 25mila e con il terzo il costo tale arriva a 80mila euro. Al padiglione si affiancherà una piattaforma online, sviluppata in collaborazione con eBay, per consentire ai visitatori di acquistare i prodotti esposti durante e dopo Expo. Tra le adesioni pervenute ci sono anche i Consorzi del Parmigiano, il consorzio del prosciutto di Parma, Italia del gusto:
Il costo dell’operazione Expo è di 15 milioni. Compreso il milione per l’incoming di dealer e retailer provenienti da 30 paesi.
Altrettanto spettacolare si annuncia il Padiglione del vino, affidato a VeronaFiere, promotore di Vinitaly, e all’architetto Italo Rota. “E la prima volta - sottolinea Giovanni Mantovani, dg di VeronaFiere - che si propone a Expo un Padiglione del vino. E già questa è una novità straordinaria”. Il Padiglione però non è stato consegnato, entro lo scorso 31 gennaio, a Veronafiere per gli allestimenti, come invece prevedono i contratti.
Il progetto ha l’obiettivo di raccontare la storia del vino italiano per mezzo di affreschi tradizionali, ma anche con esperienze interattive e multimediali. Offrirà un’area dedicata al primo approccio al mondo del vino e organizzare un’area per la degustazione e uno spazio a rotazione per i vini italiani di livello internazionale. All’ingresso del Padiglione ci sarà un percorso che permetterà al visitatore di “entrare” nel mondo del vino.
Le immagini illustreranno i territori di eccellenza all’alternarsi delle stagioni della viticoltura,le fasi di produzione del vino, dalla vigna alla raccolta alla vinificazione, e il ruolo del vino nei momenti più importanti della vita quotidiana.
All’interno di quest’area saranno create installazioni per esperienze virtuali e reali, che permetteranno di conoscere i profumi tipici del vino: dal caratteristico mosto ai sentori di frutta, sino a quelli dei più importanti e conosciuti vitigni attraverso lo stimolo di vista e olfatto: i sensi più legati al ricordo.
Proseguendo idealmente il percorso, il visitatore potrà quindi scegliere di salire al piano superiore, dove il “senso” principe sarà il gusto.
Sarà creata una applicazione mobile per i principali sistemi operativi per completare l’esperienza e offrire informazioni sui vini in degustazione. L’app sarà integrata con la piattaforma online per l’acquisto direttamente da smartphone e tablet,
Finora 400 aziende hanno già prenotato l’80% degli spazi disponibili nella Biblioteca del vino del Padiglione. “E siamo fiduciosi - sottolinea Mantovani - di chiudere al 100%”. Il Padiglione del vino (finanziato con milioni di soldi pubblici più 2 di VeronaFiere, al netto del costo di costruzione) comprende la Biblioteca che avrà. aggiunge Mantovani, 1.000-1.200 referenze. E fino a oggi le aziende, rappresentative dei territori dalle regioni del Nord fino a Pantelleria, tendono ad affittare un intero quadrato (con 4 bottiglie ndr), tendenzialmente per tre mesi.
Uno spazio al Padiglione del vino lo hanno prenotato tutti i consorzi di Friuli, Veneto, Trentino, Lombardia (eccetto Franciacorta), Oltrepo Pavese, Piemonte (Barolo e Barbaresco), i consorzi del Brunello e del Chianti, Emilia Romagna, Marche, Puglia, Molise, Campania (alcune aziende) e Sicilia. Tra i “privati”, le Famiglie dell’Amarone (che dovrebbero avere uno spazio anche nel fuori salone di Altagamma), l’Istituto Grandi marchi e i Gran cru. Saranno organizzati anche 6-8 convegni sui temi principali.

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