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Il Sole 24 Ore

Il caso - Vino, sui fondi della promozione sale la polemica … È scontro sui fondi promozione del vino. Nonostante negli ultimi tre anni in Italia siano rimasti inutilizzati 51 milioni di euro stanziati da Bruxelles per la promozione del vino italiano all’estero il ministero per le Politiche agricole non è riuscito a correre ai ripari. E dopo mesi di discussione con gli operatori il ministero ha varato un decreto che sulla gestione di questa ricca dotazione non scalfisce di un millimetro il fallimentare status quo. Ma facciamo un passo indietro. Bruxelles destina ogni anno all’Italia un budget di 102 milioni per cofinanziare al 50% i progetti. Una dotazione quindi che con le risorse dei privati potrebbe sfiorare i 200 milioni l’anno. Ma così non è perché una fetta rilevante di questi fondi resta inutilizzata. La ricca fiche finanziaria della promozione è gestita per un terzo a livello centrale dal Mipaaf (finanziamenti costantemente esauriti) e per due terzi su base regionale. Ed è qui il tallone d’Achille. Perché il portafoglio gestito a livello regionale negli ultimi tre anni ha lasciato sul campo complessivamente 51 milioni di euro di sole risorse Ue (vanificando quindi investimenti per 100 milioni di euro). Per questo da parte degli operatori sono state avanzate varie proposte di modifica. La strada maestra di una nuova ripartizione dei fondi tra Stato e regioni è però subito naufragata davanti al niet delle amministrazioni regionali. E non hanno avuto miglior fortuna neanche le ipotesi alternative: dalla proposta di favorire un travaso dei fondi in favore della dotazione più efficiente nella spesa, fino - più di recente - al piano messo a punto con la mediazione del Mipaaf che prevedeva la cancellazione dei progetti multiregionali (finora di scarso successo) in modo da liberare una fetta di finanziamenti a favore delle iniziative rimaste a secco di contributi. Ma su ognuno di questi capitoli le regioni si sono dette indisponibili a discutere. E così di fronte all’immobilismo i presidenti di associazioni della filiera (Uiv, Federvini, Assoenologi, Fedagri-Confcooperative, Cia, Confagricoltura e Federdoc) hanno scritto al ministro per le Politiche agricole, Maurizio Martina, esprimendo L’IMPASSE Le regioni hanno bloccato le modifiche ai criteri di assegnazione nonostante nell’ultimo triennio non siano stati spesi 51 milioni la propria preoccupazione per «la fragilità di un processo decisionale che rischia di portare a uno strumento promozionale desueto, poco efficace e inadatto a rispondere alle sfide internazionali». «Dopo tre anni di parole, di promesse e circa 100 milioni di mancati investimenti promozionali - ha sottolineato il presidente dell’Unione italiana vini, Domenico Zonin - non si è riusciti a modificare un sistema dai forti limiti. In un quadro in cui la crescita dell’export italiano rallenta e gli stessi fondi promozione nella Ue sono sotto il fuoco di fila di chi vorrebbe eliminarli, le regioni non trovano di meglio da fare che difendere i propri orticelli clientelari mettendo a rischio il futuro del vino italiano. Chi risponderà di questi ritardi? Chi restituirà alle imprese le risorse sperate?”

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