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Il Sole 24 Ore

Accordo per investire nell’Italian food ... Fondo strategico italiano e Isa, la finanziaria controllata dal ministero delle Politiche agricole, siglano un memorandum di intesa per aumentare il valore degli investimenti e delle partecipazioni nel settore agroalimentare italiano. La firma arriva nel corso di un convegno organizzato ieri a Milano da Borsa Italiana proprio per mettere in luce l’interesse crescente della comunità finanziaria nazionale e estera per il food made in Italy.
“In occasione di Expo - dice l’amministratore delegato di Borsa Italiana - abbiamo voluto organizzare un evento dedicato a una delle eccellenze del nostro Paese: il food and beverage. Nonostante il settore sia ancora poco rappresentato in termini numerici sui nostri mercati, le recenti quotazioni di Italian Wine Brands e Massimo Zanetti Beverage Group e quella di Masi Agricola dimostrano una chiara e, ci auguriamo, forte inversione di tendenza. Le società stanno iniziando a sfruttare le potenzialità offerte dal mercato dei capitali, come evidenzia per esempio la partecipazione al programma Elite di 13 aziende della filiera”.
Su un mutato atteggiamento da parte degli imprenditori verso l’apertura a capitali esterni si focalizza anche Enrico Corali, amministratore unico di Isa (Istituto di sviluppo agroalimentare), che spiega: “Rispetto a qualche anno fa il sentiment è cambiato. Pur rimanendo con una forte connotazione famigliare, le imprese agroindustriali stanno aprendo a fonti diverse di capitali per sostenere investimenti e programmi di sviluppo”. In questi mesi la stessa Isa ha finalizzato numerosi interventi tra cui Veroni salumi, Italcarni, Covalpa, Zani, Apofruit, Rigoni di Asiago e Granarolo International.
“Abbiamo qualche cosa di veramente rilevante e lo vogliamo valorizzare al meglio” aggiunge Maurizio Tamagnini, amministratore delegato di Fondo strategico, società di investimento di capitale di rischio con una dotazione di 4,4 miliardi e controllato per l’80% da Cassa depositi e prestiti. “L’Italia - dice ancora Tamagnini - ha tanti prodotti di altissima qualità legati al territorio. Una opportunità unica per investire in sviluppo e progetti di aggregazione. L’agroalimentare è il settore che crea maggiore ricchezza locale rispetto agli altri settori del manifatturiero. Siamo pronti a sostenere progetti di lungo respiro perché in questo settore i tempi di ritorno sono più lunghi, ma generano ricadute positive nel tempo”.
Il ministero delle Politiche agricole inserisce il memorandum una ampia strategia di intervento voluta dal premier Renzi e quindi dal ministro Martina.
“L’agroalimentare rappresenta una delle componenti più dinamiche dell’economia italiana — scrie una nota del ministero - e nei primi quattro mesi abbiamo registrato un’ulteriore crescita dell’export che tocca ad aprile 11,9 miliardi. Come Governo vogliamo accompagnare le aziende in questo percorso di sviluppo e proprio per questo abbiamo deciso di investire. Il memorandum tra Fondo strategico italiano e il nostro ente Isa potrà essere utile a concentrare e coordinare gli sforzi per dare credito e risorse alla crescita del made in Italy agroalimentare. Un’azione che si in- quadra in un più ampio contesto di interventi, come ad esempio il piano di internazionalizzazione che prevede 70 milioni di euro per azioni a sostegno delle esportazioni o il nostro piano Isa e Ismea che fino a1 2017 potrà sviluppare oltre 2 miliardi di euro di investimenti nelle aziende del settore”.
Il memorandum prevede la promozione e lo sviluppo di attività di co-investimento nel settore agroalimentare. Gli investimenti saranno effettuati ai termini e alle condizioni concordati di volta in volta tra Fondo strategico e Isa. “Il settore agroalimentare è di rilevante interesse nazionale per il Fondo strategico e costituisce il perimetro esclusivo di investimento di Isa - riporta un comunicato congiunto - e la cooperazione fra le due società rappresenta un ulteriore riconoscimento della strategicità dell’agro alimentare, rilevante per l’Italia sia in termini economici che occupazionali. Il settore genera un valore complessivo di oltre 260 miliardi, contribuendo al Pil italiano per circa il 17% e occupa 3,3 milioni di addetti, pari a circa il 13% dell’occupazione del Paese”.

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