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Il Sole 24 Ore

Alibaba porta il vino italiano in Cina ... Patto commerciale tra Italia e Alibaba, la più grande piattaforma di e-commerce del mondo con 500 miliardi di transazioni nel 2015. “Voglio essere l’ambasciatore del vino italiano. Ho comprato in questi giorni 25 milioni di bottiglie divino e solo il 6% di quelle rivendute sono italiane. Vogliamo cambiare questa percentuale e portarla al 60%” : lo ha annunciato ieri a Vinitaly il fondatore di Alibaba Jack Ma, nel corso di un colloquio con il presidente del Consiglio Matteo Renzi. Il premier ha aggiunto che “se non scommettiamo sull’innovazione non abbiamo futuro. L’agroalimentare italiano è il migliore del mondo, ma le nostre catene commerciali operano solo in Italia mentre quelle francesi, da Carrefour ad Auchan e tutte le altre, sono andate nel mondo”. Bisogna quindi che le imprese, soprattutto quelle piccole, puntino sul commercio elettronico. “Il futuro di Alibaba e dell’Italia è interamente interconnesso” ha detto il premier. Poi l’annuncio di Jack Ma che sembra voler sposare la causa del vino italiano nel suo Paese: intutti questi anni in Cina ha patito cocenti umiliazioni da parte dei francesi (quasi il 60% di quota di mercato) e persino da parte di australiani, cileni e spagnoli. “In Cina “nove” significa “vino” - ha detto l’ex insegnate di inglese - e da quest’anno il 9 settembre sarà la giornata “Wine/Wine”, nella convinzione che entro 5-6 anni sarà la giornata mondiale del vino. Mi sono ispirato alla Giornata 11/11 quando i single cinesi fanno acquisti”. La Cina è il quarto mercato mondiale con un import 2015 di vino di 1,8 miliardi di euro, +600% nel 2015 e +50% nel primo bimestre del 2016. Il vino italiano è leader negli Stati Uniti con un export di 1,5 miliardi ma in Cina abbiamo una quota di circa il 6% con 90 milioni di export.

Renzi ha apprezzato la proposta di jack Ma e ha detto: “Per favore non ci facciamo surclassare dai francesi. Se riusciamo a recuperare quote di mercato rimettiamo le cose in ordine. Perché avere 55% di export francese contro il 6% italiano a me sta sul gozzo”. E poi ha annunciato che “a novembre faremo una missione ufficiale in Cina, molto seria e molto corposa, una missione ufficiale come Paese aperta a tutte le realtà dell’agroalimentare”.

Poi Renzi ha ricordato che stiamo rispettando il ruolino di marcia dell’export: “Per il vino eravamo a 4,9 miliardi e nel 2015 abbiamo fatto +10% a 5,4 miliardi. Per l’intero agroalimentare, siamo a 36,9 miliardi. Raggiungeremo i 7,5 miliardi sul vino e credo anche i 50 sull’agroalimentare: è complicato ma cela possiamo fare”.

Perché il vino italiano in Cina non funziona? Renzi, riferendosi alla promozione del made in Italy nel mondo, ha sottolineato che “finora, confrontandoci con l’esperienza francese, sul vino è mancata una strategia come Paese. L’Italia deve fare promozione unita e non in maniera frammentata. La riforma costituzionale che stiamo votando serve anche a togliere competenze alle Regioni”.
Il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina ha sottolineato che “la frontiera è l’e-commerce, la presenza in rete e l’utilizzo di canali senza confini come i social media. Il nostro vino nei prossimi 50 anni deve non solo imparare a sfruttarli meglio, ma renderli strumenti di competitività”. E infatti il Mipaaf ha organizzato il programma World Wine Web, un ciclo di dieci incontri con Facebook, Twitter, eBay, Amazon e Google.

Ma quanto vale nel mondo il vino sulla rete? Secondo i dati di Wine monitor Nomisma, nel 2014 in Gran Bretagna sono state vendute 106 milioni di bottiglie online e in Cina 99 milioni. La Gran Bretagna è cresciuta del 3% mentre la Cina è balzata del 173%. La Francia insegue a 85 milioni di bottiglie (+29%) e gli Usa a 40 milioni (+6%). L’Italia è indietro con 29 milioni di bottiglie anche se con un +23%. Alla fine, per l’Italia, si tratta dell’1% delle vendite del totale off-trade.

Alibaba vende decine di milioni di bottiglie di vino. Si stima che nel 2015 in Cina navigassero 667 milioni di utenti internet con un e-commerce di 560 miliardi di giuro, contro i 437 degli Stati Uniti e i 16,6 dell’Italia stimati dal Politecnico di Milano, di cui food e vino per 466 milioni (+18%). Nel vino online oggi è leader Italian wine brands con vendite per 24 milioni (su 145 totali) ma ci sono store online più piccoli come Tannico, con 6 milioni stimati per il 2016. Inoltre dal 4 aprile Amazon.it ha aperto un nuovo store dedicato al vino italiano, in collaborazione con Vinitaly Wine Club, che promette di consegnare il vino scelto con un click in 24-48 ore in tutta Italia e selezionato tra 500 cantine e 300 denominazioni.

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