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Il Sole 24 Ore

La frenata delle grandi marche … Largo consumo. La classifica Iri sulle vendite 2016 di prodotti confezionati nella grande distribuzione... Solo tre gruppi su 25 registrano una variazione positiva dei ricavi... Un anno in grigio per molte grandi imprese del largo consumo, positivo per le Pmi e per la marca del distributore. È questa la fotografia scattata da Iri alle vendite 2016 di prodotti confezionati nella grande distribuzione in Italia. L’anno scorso le vendite complessive hanno sfiorato 55,6 miliardi, con un progresso sia a valore, +0,6%, che a volume, +0,9%. Nella classifica delle Top 25 di marca stilata da Iri, solo tre gruppi industriali registrano una variazione positiva dei ricavi e 22 una variazione negativa. A volume 11 segnano una crescita, 12 un regresso e due rimangono stabili. Performano meglio le imprese più piccole, quelle con fatturato inferiore ai 270 milioni: 28 miliardi di vendite, +2% a valore e +3,1% a volume. Mentre, dopo una pausa di almeno un paio di anni, recuperano terreno le private label: ricavi a 9,9 miliardi, +1,6% a valore e +14% a volume. Nella classifica delle aziende top performer del largo consumo, si distinguono i dolciari di Bauli (+2,3% a valore e +6,4% a volume), le carni avicole di Veronesi (+0,5% e +5,5) e il tonno e i detergenti di Bolton (+14% e +3,5% con i brand Rio Mare, Palmera, Simmenthal, Borotalco, Chilly ). “Veronesi continuerà a investire nell’area dei prodotti ad alto contenuto di servizio (panati, arrosti, piatti) - sottolinea il presidente Bruno Veronesi -. L’anno scorso i prezzi hanno sofferto a causa dell’iperproduzione dei Paesi del Nord Europa. Quest’anno produrranno meno e i prezzi saranno meno compressi. Puntiamo su una crescita, a volume e a valore, del 3 - 4%”. All’altro capo della classifica di Iri, la società che ha performato peggio è la Compagnia surgelati italiana (il brand è Findus e la società è controllata dagli americani di Nomad Food) con un -9% a 512 milioni di euro e -14,7% a volume. Il settore del caseario continua a indossare la maglia nera, penalizzato da una domanda strutturalmente debole: i consumatori chiedono meno carni rosse e pasta, ma anche meno latte e derivati e formaggi. Danone perde ancora il 4,7% a 495 milioni e il 2,5% a volume. Non si salvano nemmeno gli altri big del comparto: Granarolo segna un calo de14% a 748 milioni e l’1,7% a volume (da qualche anno la società punta sull’espansione all’estero), Parmalat il 3,1% a 767 milioni; Lactalis Italia fa anche peggio di Parmalat con il -3,6% a 567 milioni. Nell’area di pasta, prodotti da forno, sughi e dolciario arretra di poco Barilla con vendite in calo dell’1,6% a 1,75 miliardi; Mondelez (ex Kraft) scivola del 2% a 727 milioni mentre le caramelle di Perfetti perdono il 2% dei ricavi a 279 milioni. “Intensificheremo gli investimenti nell’area del benessere - annuncia Massimo Estrinelli, dg di Mondelez Italia e Grecia meals - dove rileviamo un tasso di crescita doppio rispetto al base business. Nella categoria biscotti Oro Saiwa ha ampliato la gamma con la variante gluten free e nei formaggi nel segmento senza lattosio”. Finisce la cura dimagrante di Nestlé, +0,4% a 1,1 miliardi e +2,6% a volume, mentre il gruppo Unilever cede ancora terreno a valore (-3,4% a 14 miliardi) e a volume (-1,3%). Interrompe la ripresa Ferrero: -1,1% a 1,39 miliardi e -1,6% a volume. Nell’area delle bevande, Sanpellegrino non ripete l’exploit del caldissimo 2015: -3% a 378 milioni per l’acqua e le bibite dalla stella rossa e -1% a volume. “Sapevamo di non poter replicare il 2015- osserva Stefano Agostini, ad del gruppo Sanpellegrino - ma, alla fine, la performance dell’acqua minerale è stata positiva; meno quella delle bibite che ha sofferto anche nel canale Horeca. Il budget 2017 indica una crescita nell’acqua minerale dell’1,5 - 2%. E questo è un comparto che pesa per il 70% dei nostri ricavi”. Performance senza bollicine anche per Coca - Cola che cede il 4,4% dei ricavi a 669 milioni e 1’14% dei volumi. Che fare quest’anno? “Abbiamo adottato soluzioni strutturali e strategiche - sostiene Marco Pesaresi, direttore commerciale di Coca - Cola Hbc Italia -. Per esempio, una gamma di prodotti light rinforzata con nuovi lanci e nuove ricette di referenze esistenti; un forte investimento sul pack in vetro nel fuori casa”. Nel comparto dei vegetali, Conserve Italia aumenta lievemente i volumi ma perde 1’1,8% dei ricavi a 286 milioni. “Per quest’anno - spiega il dg Pier Paolo Rosetti - vedo un mercato del pomodoro in difficoltà, almeno fino a quando non si capirà come andrà la campagna. Investiremo sulla marca Valfrutta che connoteremo come la "natura bio di prima mano", sviluppando una serie di coltivazioni biologiche”.

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