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Il Sole 24 Ore

Scordamaglia: con il Ceta più tutele al made in Italy … Commercio estero. L’accordo di libero scambio Ue - Canada... Il Ceta, l’accordo di libero scambio tra Unione europea e Canada, entrerà provvisoriamente in vigore il prossimo 21 settembre. Lo hanno deciso a margine del G20 di Amburgo il presidente della Commissione Ue, Jean Claude Junker e il premier canadese Justin Trudeau. L’intesa avrà comunque piena valenza, in attesa che i Parlamenti e i Governi dei 28 Paesi Ue l’avranno approvata. In questi giorni, in Italia, parte del mondo agricolo e sindacale ha rivolto un forte appello al Parlamento affinchè non rettifichi l’accordo (Comprehensive economic and trade agreement), giudicato non vantaggioso per le produzioni agroalimentari made in Italy. “Posizioni più ideologiche che economiche”, sottolinea il presidente di Federalimentare, Luigi Scordamaglia. “In realtà l’Italia avrà molti vantaggi dall’intesa con il Canada. E il miglior accordo possibile in questo momento storico e per quell’area del mondo caratterizzata da una completa deregulation dell’italian sounding, cioè delle imitazioni dei nostri prodotti. Partiamo - dice - da fatti concreti molto esemplificativi ed indiscutibili, mettendo da parte le ideologie pro o contro globalizzazione che sembrano accomunare la strana alleanza anti Ceta. Parmigiano Reggiano, Grana Padano ed altri importanti produzioni Dop e Igp - spiega Scordamaglia - non sono oggi in nessun modo tutelati in Canada dove la vendita di Parmesan è perfettamente legittima. Con il nuovo accordo diventa del tutto vietato l’utilizzo di tali denominazioni e questo è un fatto indiscutibile”. Con l’accordo di libero scambio Ue - Canada si creano inoltre nuove opportunità di export per i produttori italiani, grazie all’apertura di un contingente di oltre 17mila tonnellate di formaggi in più da
esportare in Canada. Per quanto riguarda invece formaggi quali Asiago, Fontina e Gorgonzola non solo oggi vengono prodotti con queste denominazioni in Canada ma richiamano in etichetta la falsa origine italiana. “Con il Ceta - sottolinea Scordamaglia - si potranno continuare ad utilizzare tali denominazioni su prodotti canadesi registrati in precedenza, ma solo eliminando ogni riferimento all’origine italiana o a qualsiasi evocazione di italianità. Non si avalla quindi, come qualcuno sostiene, il falso made in Italy, ma lo si rende semmai ben riconoscibile”. Anche nel comparto dei salumi le ricadute sono positive. “Oggi il prosciutto di Parma, per quanto paradossale, non può essere venduto in Canada con la sua denominazione in quanto esiste un prodotto commerciale locale che viene tutelato. Siamo quindi costretti a squalificare su quel mercato strategico questa nostra eccellenza chiamandola “original prosciutto”. Con l’accordo Ceta potremo invece legittimante vendere su quel mercato questo importantissimo prodotto italiano con la sua legittima denominazione e con una chiara distinzione da quello venduto localmente”, dice ancora il presidente di Federalimentare. Altro mito oggettivo da sfatare - secondo Federalimentare - è che non ci sarà nessun abbattimento sui dazi del grano duro importati in Italia dal Canada per il semplice fatto che da anni tali dazi sono pari a zero. Il meccanismo già vigente prevede che i dazi si applichino solo a grani con prezzi inferiori a quello italiano che facciano quindi a questo concorrenza. Al contrario il grano canadese costa molto di più (perché più ricco di proteine) di quello italiano e quindi non ci sarà nessuna ulteriore apertura con il Ceta, nè tantomeno invasione del nostro mercato. “E non ci sarà neanche alcuna invasione di carni con ormoni dal Canada in quanto le carni importate dovranno avere lo stesso livello zero di ormoni previsto per le carni europee. Il Canada ha infatti da anni costruito filiere di produzione “hormone free” per l’esportazione in Europa. Infine si afferma che solo 41 indicazioni geografiche alimentari italiane vengono tutelate, ma si omette di ricordare che rappresentano oltre il 90% di quelle esportate”.

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