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Il Sole 24 Ore

A grano, frutta e vino il conto del maltempo … Siccità/1. Dossier Coldiretti stima danni per due miliardi... La siccità non allenta la morsa sulle campagne. Gli improvvisi e violenti nubifragi degli ultimi giorni hanno peggiorato ulteriormente lo stato delle principali coltivazioni già stressate da un inverno anomalo con super nevicate e gelate tardive primaverili. Ora poi si è aggiunta la piaga degli incendi che stanno devastando fette pregiate di territorio. Da Nord a Sud circa i due terzi della superficie agricola sono colpiti dalla grande sete e anche se per molte colture la conta dei danni è prematura, un dossier presentato ieri dalla Coldiretti, in occasione dell’annuale assemblea focalizzata sul maltempo (e sul contestato accordo commerciale Ue - Canada), ha stimato una bolletta di circa 2 miliardi, tra mancati raccolti e aggravio dei costi per interventi di irrigazione e ventilazione delle stalle. A rischio sono tutte le coltivazioni, dai cereali ai vigneti e oliveti, fino alla frutta e al pomodoro da industria E non va meglio negli allevamenti, dove è già calatala produzione di latte e si comincia ad avvertire la mancanza di fieno. In Lombardia, secondo il report Coldiretti, si registrano forti perdite di mais e grano. In Piemonte la campagna cerealicola sta già facendo registrare cali del 30% delle rese. In Trentino Alto Adige perdite gravi nel settore della frutta,
in particolare per le mele della Val di Non. Conto salato in Emilia Romagna, dove lo stato di crisi è stato già decretato per Parma e Piacenza. Colpiti soprattutto pomodoro da industria, ortofrutta e barbabietola. In Toscana è allarme per vigneti e oliveti. Mentre nel Lazio, nella provincia di Latina, risultano compromessi i raccolti di mais, ortaggi, meloni e angurie. Se non pioverà in tempi brevi gli oliveti della Puglia rischiano un calo produttivo del 30 per cento. Costi alle stelle in Sicilia per l’irrigazione, mentre in Sardegna i darmi sono spalmati su tutti i settori. Unico aspetto positivo, segnalato da Coldiretti, è la migliore qualità del grano per il maggior contenuto proteico, e della frutta. Eppure l’Italia non è un paese arido: piove molto, ma il 90% dell’acqua si perde. Mancano infatti infrastrutture adeguate che consentano di conservare risorse idriche da distribuire all’agricoltura quando esplode il caldo. La parola d’ordine dunque è investire. “Negli ultimi 20 anni - ha sottolineato il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo - sono stati spesi in infrastrutture 20 miliardi, uno all’anno, 2,5 miliardi per risarcire i danni, con una ricaduta minima per gli agricoltori. La svolta invece è possibile: ci sono progetti cantierabili e risorse finanziarie. L’Anbi è pronta a partire subito con oltre 200 progetti di invasi per circa 3 miliardi”. Sul piatto ci sono anche 600 milioni di fondi nazionali ed europei. Anche nel decreto Sud numerosi emendamenti prevedono interventi su invasi e terre abbandonate. Senza acqua e tutela del territorio si crea terreno favorevole agli incendi, “un combinato disposto perverso di siccità, piromani e criminalità. I boschi occupano un terzo del territorio italiano - ha aggiunto Moncalvo - ma non sono gestiti. Il presidio della montagna e delle aree forestali non è sostenibile per le imprese agricole. Gli investimenti si tradurrebbero invece in risparmi, perché si eviterebbe di perdere migliaia di ettari boschivi e si potrebbero creare oltre 35 mila posti di lavoro”. Politiche forestali efficaci sono state sollecitate anche da FederlegnoArredo che vede nel bosco una miniera di materia prima la cui gestione porterebbe 280mila nuovi occupati.

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