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Il Sole 24 Ore

Vino, all’Italia il primato dei rossi … Scenari. Confermata la leadership produttiva, cala in Asia il divario di prezzo medio con la Francia - Vendemmia 2017: -50% per il Chianti... Va bene il boom degli spumanti, ma l’architrave del settore resta il vino rosso. Un segmento che è cresciuto a un ritmo più lento rispetto a quello delle bollicine trainate dal fenomeno Prosecco, ma comunque capace di ridurre il gap di prezzo con i concorrenti francesi. È l’identikit del settore dei vini rossi tracciato ieri a Carcerano (Ancona) da uno studio Wine Monitor - Nomisma in occasione delle celebrazioni dei so anni della Doc Rosso Conero. “L’Italia resta il primo produttore di vini rossi - ha detto il responsabile di Wine Monitor - Nomisma, Denis Pantini -, il secondo esportatore e il quarto consumatore mondiale. In questi anni si è assistito a un cambio nella geografia dei consumi con la flessione di Regno Unito e Germania, la tenuta di Usa e Canada e l’importante crescita di Cina, Giappone e Corea del Sud. In Cina i consumi totali hanno sorpassato in volume quelli Usa. Ma soprattutto i vini rossi made in Italy hanno ridotto il gap di prezzo medio con i francesi: cinque anni fa era di 2,86 euro al litro per l’Italia e 4,29 euro per la Francia, oggi è rispettivamente di 3,88 e 5,18 euro”. L’annata 2017 non è però quella giusta per ulteriori passi in avanti. “La vendemmia sarà ancora peggiore delle prime stime - ha spiegato il presidente di Assoenologi, Riccardo Cotarella -, e a soffrire per gelate primaverili e siccità saranno in particolare i vini rossi, che si presentano contemporaneamente con un alto contenuto zuccherino e elevata acidità”. Tuttavia ci sono etichette di vino rosso che in questi anni hanno messo a segno importanti risultati. “È il caso del Chianti Classico - ha sottolineato Giuseppe Liberatore, oggi ad di Valoritalia ma per 25 anni direttore del consorzio della Docg toscana -, che ha raggiunto traguardi importanti dopo 20 anni di investimenti nel rinnovo dei vigneti e nella promozione”. Ieri intanto il Consorzio del Chianti ha annunciato un taglio fino al Sodo della produzione, ma con una qualità buona. Al modello Chianti guarda il Rosso Conero; il direttore dell’Istituto marchigiano di tutela, Alberto Mazzoni, ha annunciato “investimenti su qualità e la promozione, a partire dalle informazioni sulla materia prima e cioè le uve Montepulciano”.

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