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IL SOLE 24 ORE

Vinitaly chiude i battenti e traccia il bilancio: 148mila visitatori. In crescita quelli esteri ... Chiude i battenti il Vinitaly “dell’ottimismo”. Potrebbe infatti essere etichettata così l’edizione 2013 della kermesse veronese. Una 47ma edizione che ha visto una grande partecipazione di pubblico e che solo i prossimi mesi diranno se si è effettivamente trasformata in business. Numeri che parlano da soli. Di certo i numeri conclusivi sono di grande rilievo: ben l48mila sono stati i visitatori (+6%), 53mila dei quali provenienti da 120 paesi (e per questi l’incremento registrato sul 2012 è stato del io%). “Cifre che premiano gli sforzi - ha detto il presidente di Veronafiere, Ettore Riello - delle 4.200 imprese espositrici, confermando così la centralità della kermesse veronese”. “La crescita del numero di visitatori esteri - ha spiegato il direttore di Veronafiere, Giovanni Mantovani - è andata di pari passo con l’incremento della loro qualità con un numero sempre più significativo di operatori specializzati provenienti tanto dai mercati tradizionali quanto da quelli emergenti come Russia e Cina”. Grande attenzione al mercato internazionale. E che la manifestazione abbia scommesso sull’export è confermato anche dal grande spazio rivestito anche dagli istituti focalizzati sull’internazionalizzazione come Ice e Simest oppure dai focus dedicati ai mercati esteri o ancora dalla presenza di buyers stranieri fra i quali va ricordato lo sbarco di una folta delegazione cinese. Un settore che sta resistendo alla crisi. Qualcuno ha parlato di Un “Vinitaly dell’ottimismo” perché, a partire dalla grande partecipazione di pubblico già nella cerimonia d’apertura, molti siano stati attratti qui dalla prospettiva di un settore che sembra soffrire meno di altri la crisi o comunque - elemento tutt’altro che secondario - di registrare un trend positivo sotto il profilo occupazionale. “Insomma sembra quasi - ha detto il presidente di Masi agricola, Sandro Boscaini - che molti si siano riversati qui nella speranza di trovare occasioni di lavoro o almeno, nella peggiore delle ipotesi, di respirare un po’ di ottimismo”. Risultati migliori per le imprese export oriented. I numeri sotto il profilo della partecipazione sono già noti, ma per compiere delle valutazioni più approfondite sui riflessi in termini di fatturato occorre attendere almeno qualche mese. Al si là di rari accordi chiusi già nei giorni della fiera perché i contatti con i buyers si trasformino in ordinativi veri e propri occorre attendere qualche giorno. “E anche sotto questo profilo - spiega il direttore di WineNews, Alessandro Regoli - la sensazione è le cose non siano andate per tutti allo stesso modo. Cioè, ci sono imprese più strutturate e soprattutto maggiormente votate all’export per le quali i giorni della fiera sono stati di certo positivi. Diverso invece lo scenario per le altre. Quelle cioè più concentrate sul mercato interno per le quali bisogna verificare che l’afflusso che pure si e’ registrato di operatori della ristorazione si traduca in veri e propri acquisti”.

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