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LA CURIOSITÀ

Il “tesoretto” (milionario) delle denominazioni italiane. Un “gioco statistico” tra economia e vino

Nel Prosecco Doc in cantina più di 1 miliardo di euro, a Barolo e Montalcino quasi mezzo miliardo. Incrocio tra le giacenze e i valori degli sfusi
GIACENZE, VALORI, vino, Italia
Il “tesoretto” (milionario) delle denominazioni italiane in cantina

Oltre 1 miliardo di euro di vino è custodito nelle cantine del Prosecco Doc, sfiora il mezzo miliardo di euro quello al sicuro nelle botti di Barolo e di Brunello di Montalcino. Emerge da quello che è da intendersi come un “gioco statistico”, fatto dall’incrocio degli ultimi dati aggiornati al 28 febbraio di Cantina Italia, il report del Ministero delle Politiche Agricole redatto dall’Icqrf, ed i dati recenti sui prezzi degli sfusi raccolti dalle quotazioni ufficiali delle Camere di Commercio (prendendo un valore di riferimento, senza tenere conto del valore specifico delle singole annate in giacenza, che divergono da una denominazione all’altra, ndr). Un esercizio che, in qualche modo, ben lontano dal voler essere riferimento puntuale del valore dei prodotti su cui incidono altri mille fattori (da quello delle etichette e dei brand con cui il vino arriva sul mercato, in primis, ma non solo) restituisce un quadro approssimativo della “potenza economica” di alcune delle denominazioni italiane più importanti sul mercato del vino per dimensioni o per blasone.
E così, per esempio, partendo dal Prosecco Doc, considerati i 4,3 milioni di ettolitri complessivi dichiarati in giacenza, con una quotazione che, secondo la Camera di Commercio di Treviso, oscilla tra i 230 ed i 250 euro ad ettolitro, il “tesoretto” rappresentato dal valore del più celebre spumante italiano nel mondo, oscillerebbe tra 1 e 1,09 miliardi di euro, mentre moltiplicando i 773.193 ettolitri del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg, per valori tra 280 ed i 310 euro ad ettolitro, viene fuori una dote tra i 216 ed i 239 milioni di euro. Restando in Veneto, guardando al più importante rosso della Regione, l’Amarone della Valpolicella, che, secondo Cantina Italia, è in giacenza per 390.140 ettolitri, spunta un valore tra 362 e 375 milioni di euro, considerando le quotazioni della Camera di Commercio di Verona, che vanno da 930 a 960 euro ad ettolitro per le annate 2018, 2019 e 2020. Ed ancora, prendendo in considerazione uno dei bianchi del momento, come il Lugana, si arriva ad una stima tra 85 ed 87 milioni di euro “in cantina”, tra i 243.003 ettolitri dichiarati in giacenza, ed i valori indicati tra 350 e 360 euro ad ettolitro. In Piemonte, invece, “sua maestà” il Barolo vede in giacenza 546.230 ettolitri, e affidandoci ai valori dell’annata 2017, secondo la Camera di Commercio di Cuneo, tra 796 e 858 euro ad ettolitro, emerge un “patrimonio” tra i 434 ed i 468 milioni di euro. Mentre parlando del vino più “pop” della Regione, la Barbera, nella sua versione più rappresentativa, la Barbera d’Asti, le quotazioni della Camera di Commercio di Alessandria che vanno da 115 a 160 euro ad ettolitro, con i valori in cantina che oscillerebbero tra 50 e 69 milioni di euro. In Toscana, il territorio più ricco, naturalmente, è quello del Brunello di Montalcino. In giacenza, secondo Cantina Italia, ce ne sono 427.849 ettolitri. E prendendo a riferimento i valori dell’annata 2017 riportati dalla Camera di Commercio di Siena, tra 950 e 1.150 euro ad ettolitro, si arriva ad un valore stimabile tra 406 e 492 milioni di euro. In Chianti, invece, la denominazione più ampia della Toscana, si va da 174 a 224 milioni di euro, calcolati moltiplicando i 1.246.282 ettolitri in giacenza, per i valori che vanno da 140 a 180 euro ad ettolitro, mentre in Chianti Classico le scorte, che al 28 febbraio 2022 erano di 863.437 ettolitri, con valori minimi di 265 euro ad ettolitri e massimi di 330 per le annate dalla 2017 alla 2021, varrebbero tra 228 e 284 milioni di euro. Mentre a Bolgheri, territorio tra i più in forma del momento sui mercati, considerando giacenze di 116.063 ettolitri, ed un valore intorno agli 850 euro ad ettolitro (valore dichiarato dal Consorzio per la Tutela dei Vini Doc Bolgheri e Doc Bolgheri Sassicaia), si superano i 98 milioni di euro.
Sono solo esempi di quello che si può considerare nulla più di un “divertissement” legato all’economia del vino. Ma che, in qualche modo, dice una volta di più quale ricchezza diffusa rappresentino le produzioni di vino del Belpaese.

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