Due anni fa Donnafugata ha acquistato a Pantelleria un vigneto di 7 ettari ormai abbandonato da anni. Sotto i rovi e le sterpaglie, lo staff tecnico della cantina siciliana (guidato dall’agronomo Salvatore Giuffrida) scoprì un vero e proprio tesoro: delle viti antiche, curvate dal vento, che sull’isola soffia incessante; piante con ceppi molto grossi, corrosi nel centro per la presumibile vita centenaria. Dopo questo ritrovamento Giacomo Rallo, patron di Donnafugata, decise di affidarsi a uno dei più importanti studiosi di viticoltura in Italia, il professor Mario Fregoni (ordinario di viticoltura all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza), per comprendere l’età e il valore scientifico di questo tesoro.
I risultati di questa indagine, nei giorni scorsi, sono stati presentati a Milano: in particolare, si è scoperto che le piante di questo vigneto non erano innestate, ma autoradicate ed a piede franco; quindi, non erano mai state attaccate dalla fillossera. Inoltre, sezionando alcuni ceppi, grazie a sofisticate tecniche di laboratorio, si è scoperto che queste viti hanno un’età sicuramente superiore agli 83 anni.
Il professor Fregoni ha quindi aggiunto "che vigneti così antichi sono difficilissimi da individuare in Italia, solo in Sardegna a Sant’Antioco o in Valle d’Aosta a Morgex sono sopravvissuti esemplari così vecchi". "La longevità delle piante - ha spiegato il professor Fregoni - è fortemente ridotta dall’innesto, che fa morire una vite normale prima dei 40 anni. Un altro vantaggio della vite franca di piede è che geneticamente presenta un apparato radicale identico alla parte aerea, godendo delle caratteristiche della Vitis vinifera (forte resistenza alla siccità, al calcare e alla salinità).
Giacomo Rallo ha affermato che la cantina Donnafugata non intende creare un cru di iper nicchia: "le uve ricavate da questo tesoro andranno ad arricchire il già apprezzato passito di Pantelleria Ben Ryé".
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