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Il Tirreno

Vendemmia sfortunata, ma la Toscana si salva. Si aspetta il sole ma il timore è che nei prossimi giorni possa piovere ancora. Sarà una delle raccolte più povere degli ultimi 50 anni ma la nostra regione potrebbe avere un 5% in più ... Tutti col naso all'insù scrutando le nuvole. È così che si sta vendemmiando in Toscana e in gran parte dell'Italia del vino. Un'occhio al cielo e un'orecchio ai bollettini con una speranza: un po' di sole (magari un bel po'!) per chiudere l'annata almeno limitando i danni. Perchè il 2002 per la vitivinicoltura italiana è un anno da dimenticare. E se è vero che la Toscana è riuscita a tenersi comunque a galla (si parla addirittura di una piccolo 'più' nella produzione rispetto al 2001 con differenze amche notevoli fra zona e zona), e altrettanto vero che le notizie che arrivano dal settore visto nella sua totalità non sono assolutamente confortanti.
Pur con cifre diverse infatti tutti sono d'accordo nel giudicare la vendemmia 2002 come una delle più povere degli ultimi 50 anni. L'Assoenologi, l'organizzazione che riunisce i tecnici del settore vitivinicolo (in pratica il 90 per cento degli addetti ai lavori) fa sapere che non si produrranno più di 47 milioni di ettolitri di vino con un decremento del 10 per cento sul 2001 e quasi del 15 per cento sulla media degli ultimi 5 anni. In questa situazione, sempre secondo l'Assoenologi, la Toscana potrebbe far segnare un 5 per cento in più rispetto allo scorso anno favorita in questo dalle temperature e dalle precipitazioni del maggio che hanno consentito di ammortizzare i ridimensionamenti dell'estate e le sciroccate di lugli ed agosto. La Coldiretti conferma: aumenti in Toscana, Umbria, Abruzzo e Calabria, produzioni stabili in Emilia e Romagna, Sardegna, Lazio, Marche e Campania, segno meno per le altre regioni.
Insomma, per quanto riguarda la Toscana la vendemmia del 2002 non sarà certamente una di quelle da ricordare, ma sembra in grado di regalare comunque buone bottiglie.
Ed infatti dal Castello di Albola nel Chianti Gianni Zonin, il più grande vignaiolo d'Italia con le sue 11 tenute in sette regioni fa sapere che «la produzione è un leggero aumento sul 2001, che però fu un'annata particolarmente scarsa dal punto di vista quantitativo». Ed anche lui alza gli occhi al cielo. «Se nei prossimi giorni il clima sarà favorevole, regalandoci un periodo di sole e di caldo, siamo convinti che potremo raggiungere un livello di qualità soddisfacente». E Francesco Mazzei del Castello di Fonterutoli, una delle tenute storiche del Chianti Classico è sulla stessa linea d'onda. «La vendemmia è appena cominciata - dice - e se il bel tempo ci aiuta il bilancio di quest'annata bizzarra si chiuderà comunque in positivo». Attesa anche a Montalcino dove Stefano Campatelli, direttore del Consorzio del Brunello ricorda come «la stagione sia stata segnata da un clima dall'andamento incerto e altalenante, che si è protratto fino alla fine di agosto. Molto dipenderà perciò dal tempo dei prossimi giorni, ma le bottiglie del territorio saranno come sempre all'altezza della loro fama, anche grazie ad un'opportuna selezione delle uve in vigna». E chiude ricordando che la vendemmia a Montalcino dovrebbe partire dal 20 settembre.
Positive le notizie che arrivano dalla Maremma. Jacopo Biondi Santi, che si trova in questi giorni nei suoi vigneti nel suggestivo Castello di Montepò, zona del Morellino di Scansano annuncia una vendemmia posticipata ma tendenzialmente di buon livello. «Le uve sono molto belle e sane - spiega l'ultimo erede degli inventori di Brunello - e non hanno per fortuna risentito delle ultime piogge. Vendemmieremo fra poco sperando che il tempo ci sia amico. Se ci sarà il sole confidiamo in un'annata positiva». Più a Nord, a Castagneto Carducci il marchese Marchese Nicolò Incisa della Rocchetta ha invece già cominciato a vendemmiare nei vigneti della Tenuta San Guido, dove nasce uno dei più famosi vini italiani, il Sassicaia: «Stiamo procedendo molto lentamente, il grosso della vendemmia è previsto verso la metà di settembre. Se il tempo rimarrà stabile contiamo di fare un buon raccolto, i grappoli sono sani e di grande qualità. Ovviamente il bilancio definitivo potrà essere fatto solo a fine mese, con le uve in cantina, ma al momento siamo senz'altro ottimisti». Un po' meno ottimista è invece Michele Satta, produttore di grandi vini castagnetani e bolgheresi. Ricorda infatti come «le uve che soffrono di più di questa situazione sono quelle precoci, le piante come il Sauvignon e Merlot, mentre quelle a tipo lungo potranno recuperare». «Sarà una vendemmia a macchia di leopardo - conclude Satta - che non porterà una grande quantità di uva. Sulla qualità vedremo». Ma per l'enologo dell'Ornellaia Thomas Durau «finché l'uva non è in vasca sarà difficile dare un giudizio definitivo». Ora stanno raccogliendo il Merlot, «per il Cabernet Sauvignon si vedrà ai primi di ottobre». Più a nord, in provincia di Massa la vendemmia non ha risentito moltissimo delle follie climatiche estive, ma secondo Walter Uguccione direttore generale della Coldiretti, ci sarà comunque una perdita di produzione del 5%. Un dato che viene giudicato «trascurabile, rispetto a valori di produzione molto alti e non attribuibile a danni provocati dal maltempo». Ma, secondo i produttori le viti hanno risentito della pioggia caduta a fine maggio, periodo di fioritura delle uve bianche. Vittorio Cima ad esempio prevede una perdita per il Vermentino Candia del 30% rispetto all'anno passato. E sui colli di Luni, anche se settembre sta donando ciò che luglio e agosto hanno tolto, un calo ci sarà. Ottaviano Lambruschi, uno dei primi viticoltori della zona sta per iniziare la vendemmia. Verrà scaglionata «perché ci sono uve rovinate dalla pioggia e uve mature».

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