Gli italiani hanno voglia di campagna. Lo confermano i dati del recente esodo di Pasqua: sono più di centomila le persone che hanno scelto di trascorrere le feste negli agriturismi, e oltre un milione i viaggiatori che sono stati attratti dai territori rurali. Aria pulita, ritmi tranquilli, prodotti genuini: il country-life è trendy, e soprattutto non conosce crisi. È l’unico comparto che non abbia risentito dell’effetto “Ground Zero”. Il fattore trainante dell’affermazione di questo stile di vita, che si è tradotto in domanda di vacanze è stato sicuramente il turismo del vino, e più in generale il circuito del turismo enogastronomico. Vino e cibo italiani sono infatti al secondo posto come motivazione di viaggio verso il nostro Paese, al primo posto come elemento di soddisfazione per i turisti stranieri.
Un’ulteriore conferma del successo del turismo rurale arriva poi dagli investimenti effettuati dalle aziende agricole per elevare la propria offerta produttiva: da una stima del Movimento Turismo del Vino risulta infatti che nel 2001 il 5% del fatturato delle cantine associate è stato destinato al sostegno, alla qualificazione e allo sviluppo dell’enoturismo. In particolare si è puntato al miglioramento delle strutture ricettive e di accoglienza, ad iniziative quali corsi di cucina e degustazione, all’organizzazione di concerti, eventi culturali, workshop, seminari sulle tradizioni locali, momenti di promozione e comunicazione.
Proprio all’innalzamento della qualità dell’accoglienza sono rivolti i nuovi progetti del Movimento Turismo del Vino, che quest’anno - il 26 maggio - festeggia il decennale di Cantine Aperte. Nel suo percorso il Movimento Turismo del Vino - presieduto da Ornella Venica, vignaiola friulana - ha visto incrementare tutti i volumi, sia in termini di presenze che in termini di fatturato. Si stima infatti che l’andar per cantine valga 3,5 milioni di visitatori, per un fatturato aggiuntivo di 2,5 miliardi di euro. E le indicazioni per quest’anno sono di incrementi attorno all’8% in termini di presenze e del 10% in termini di fatturato. «Ma ormai - spiega Ornella Venica - non è più tempo di guardare semplicemente alla cantina come luogo dove l’appassionato incontra il vignaiolo. La cantina è diventata un cardine dell’offerta turistica rurale. E proprio per questo abbiamo messo a punto due proposte per Vinitaly (dall’11 al 15 aprile a Verona): la prima è il “Decalogo dell’accoglienza”, un protocollo di qualità per l’ospitalità in cantina (sulla base di questo protocollo procederemo poi alla certificazione delle aziende vitivinicole); la seconda, proprio per fidelizzare i nostri ospiti, è il Club Turisti del Vino».
Le cantine sono diventate però anche un presidio di eccellenza dei territori e dei distretti rurali: la domanda di turismo country si è spostata dalla degustazione-scoperta del vino alla comprensione-fruizione dei territori. E anche su questo il Movimento Turismo del Vino, attore principale delle strade del vino e dei percorsi enogastronomici, pone l’accento e il suo “sigillo”. «Siamo infatti convinti - nota Ornella Venica, che rappresenta oltre 900 cantine di qualità di tutta Italia - che fare turismo del vino significa oggi diffondere cultura del vino e cultura rurale. Per questo siamo impegnati nella salvaguardia e valorizzazione dei territori, nella formazione dei nuovi operatori, nella comunicazione e ricerca della qualità totale dei distretti rurali, che parte dalla qualità del vino ma si deve allargare alle strutture ricettive, alla ristorazione, alla proposta culturale e di artigianato per creare un vero network di turismo rurale. Di cui le grandi bottiglie italiane restano però le protagoniste indiscusse». I fattori decisivi del successo del turismo rurale, confermati da recenti studi e indagini di mercato, sono di natura psicologica (il bisogno da parte dei turisti di mete rassicuranti e recupero delle radici), culturale (il desiderio di accostarsi a stili di vita più naturali e la maggiore conoscenza del vino e dei prodotti agroalimentari di qualità) ed economica (il trasferimento di quote di reddito dal viaggio lungo al week-end).
L’appuntamento simbolo per i viaggiatori appassionati di produzioni tipiche della nostra campagna è Cantine Aperte, che quest’anno è fissato per domenica 26 maggio. Un’edizione particolarmente importante perché sigla il decennale di un’iniziativa che ha goduto di grande popolarità, attirando ogni anno un numero crescente di turisti (nel 2001 si sono registrate oltre 920.000 presenze). “L’obiettivo principale di Cantine Aperte - spiega il direttore del Movimento del Turismo Vino, Vittoria Cisonno - è accompagnare il consumatore nei luoghi di origine dei prodotti enogastronomici, alla scoperta delle persone, del lavoro e dei metodi artigianali di produzione che stanno dietro alle specialità che ogni giorno troviamo sulle nostre tavole. Gli eventi in programma nella giornata di Cantine Aperte sono molti: visite guidate alla scoperta di vigneti e processi di vinificazione, degustazione di prodotti tipici, spettacoli musicali. Ma anche tornei di golf, mercatini e mostre d’arte… Una serie di appuntamenti che si confermano un vero e proprio “festival” del gusto: protagonisti assoluti il vino e le specialità alimentari del territorio italiano che il grande pubblico avrà modo di conoscere nella loro infinita varietà”.
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