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Il Venerdi' Di Repubblica

La grinta di un rosso protetto da Diana. Da Benevento, la conferma dei vini dal nome mitologico: Janare ... Janare, nome misterioso, quasi mitologico (lo si fa risalire a Dianaria, seguace della dea Diana), dato dalla Cooperativa agricola La Guardiense al suo progetto-qualità. L’iniziativa è del ’99, ha prodotto per ora 6 vini di cui il più recente, il Fiano, è stato presentato in primavera al Vinitaly di Verona. Patrimonio su cui poggia il progetto:2 mila ettari di vigna suddivisi tra 1050 soci, uno staff tecnico di prim’ordine, l’ambizione di interpretare al meglio le potenzialità di due grandi vitigni campani, Falanghina e Aglianico. Tra le prime operazioni, la zonazione (cioè, dove e come si ottengono le massime espressioni della varietà), legata a doppio filo con le cure più rigorose in campagna e in cantina. Già dalle prime etichette Janare si può dire che il progetto è valido. I vini sono buoni, piacevoli, schietti. Noi accostiamo il bianco Senete (Falanghina) alla mozzarella di bufala, il giovane Lucchero (Aglianico) a una ricca zuppa di pesce e questo Cantari (Aglianico riserva) va ad onorare il Provolone del Monaco. Perché è un rosso che ha complessità e grinta, frutto e spezie, armonia e lunghezza. Si trova a Bergamo all’Enoteca del Borgo, a Bologna all’Enoteca Italiana, sui 15 euro.

Cantari 2000, Janare, Guardia Sanframondi (Benevento).

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