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Il Venerdi' Di Repubblica

Rosso e vivace, è l’eredità di Mister Barbera: Beppe e Raffaella Bologna, figli d’arte, hanno ricostruito l’antica vigna del Montebruna ... Quante voci, profili, fisionomie ha la Barbera? Tanti quanti sono i luoghi, le vigne e i vinificatori, avrebbe risposto Giacomo Bologna. Ogni pezzo di terra dà uve destinate a una diversa espressione nel bicchiere. Fu proprio Giacomo, Mister Barbera, a focalizzarne le potenzialità, proponendo, dopo la mossa, scanzonata Monella, delle versioni (da crus e barriques) di imponenza nebioleggiante: Bricco dell’Uccellone, Bricco della Bigotta, Ai Suma, di questi parliamo. Un passaggio di categoria. Oggi la Barbera è nel Gotha vinicolo. E Beppe e Raffaella, figli d’arte e d’entusiasmo, continuano l’opera del padre. Hanno impiegato 10 anni a ricomprare, con 14 atti notarili, 10 ettari di uno storico cru di Rocchetta, il Montebruna. Dalla prima porzione, reimpiantata con criteri più attuali ed entrata in produzione (2,5 ettari), la vendemmia 2001. Fermentata in inox, maturata in legno grande, affinata in bottiglia, eccola nel bicchiere panciuto, servita sui 16°: bella sfumatura di rubino, profumi di frutti rossi, sapore consistente. Un vino buon compagno della buona cucina quotidiana. L’etichetta riproduce una poesia di Bruno Lauzi. A Milano all’Enoclub Malfassi, a Torino da Montecucco, a roma all’Enoteca Al Parlamento, sui 13 euro. Barbera d’Asti Montebruna 2001, Braida, Rocchetta Tanaro (Asti)

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