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Il Venerdi' Di Repubblica

La bottiglia - E nelle vigne d’Abruzzo matura il pecorino: un’antica uva autoctona, poco considerata, che oggi produce un grande vino … L’Abruzzo in bottiglia fa subito pensare al Trebbiano tra i bianchi, al Montepulciano tra i rossi. E poi? Poi basta, dicono in tanti, visto che la produzione è ottima e abbondante. Ma l’enoscout è molto contento quando trova qualcosa di nuovo, originale, diverso insomma. Come il Pecorino. Antica uva autoctona, pare debba il nome alla forma del grappolo: allungato, con due ali pendenti, ricorda la testa dell’agnello. Verosimile. Vitigno “gregario” e non molto considerato per lungo tempo, negli ultimi anni, trattato come si deve, ha dimostrato valore e personalità. Questo è firmato Rocco Pasetti. Enologo di fama, è titolare dell’azienda agricola Contesa. Dispone di 25 ettari di vigna, dedicata sia alle varietà più nobili sia alle damigelle quali Pecorino, Cococciola, Malvasia. E tutta la sua famiglia fa il tifo (e lavora sodo) per il successo dei vins du pays (notevoli Trebbiano e Montepulciano). Ecco la versione 2003 del Pecorino: colore pallido, lucido, all’olfatto si mischiano fiori bianchi di campo e frutta estiva. Al palato è fresco (ma caldo di gradazione: 13,5), saporito, ricco, armonico e persistente … sui 10 euro.

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