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Il Venerdi' Di Repubblica

La bottiglia - Sul Vulture, vulcano spento, l’azienda dell’architetto Pietrafesa produce un Aglianico di gran classe. E nel giorno di festa ci vuole il barolo del Sud ... Tra i vini importanti, da festa insomma, ricordarsi dell’Aglianico. Gli enofili lo sanno: è chiamato il Barolo del Sud per classe, calore e longevità.
E vive un momento di particolare popolarità, grazie agli ottimi risultati delle aziende produttrici storiche ma anche di quelle più giovani. Come questa Tenuta dall’architetto Leonardo Pietrafesa. I vigneti (75 ettari) arrivano fino a una quota di 450 metri sulle pendici del Vulture, vulcano spento. Impianti nuovi e vecchi anche più di 50 anni, bassissimo raccolto. La cantina è profonda, scavata nel tuo e ben equipaggiata. Una novità: con la vendemmia 2001 è in bottiglia un vino-vitigno recuperato. E’ il Tamurro (tamburo) nero, battezzato dai contadini del luogo e mai testato prima in purezza. Scuro scuro, naso tutto frutto e spezie, impressione per ricchezze e personalità. Come impressione, tra le varie etichette da singolo vigneto, quella che pubblichiamo. Si riferisce al Vigna della Corona, il prodotto più blasonato. E’ un Aglianico mangia e bevi, zeppo di profumi e suggestioni, di affabile potenza, respiro balsamico e lunghissimo racconto. A Roma da Lucantoni, a Napoli da Marra, a Potenza All’Enoteca Lucana sui 60 euro.

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