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Il Venerdi' Di Repubblica

La Bottiglia - Quelli che del vino fanno una questione di famiglia. Sulle colline udinesi un’azienda in cui si affaccia la quarta generazione. E un Pinot bianco da non perdere ... Sono belli anche d’inverno, i vigneti ben curati. Spogli, certo: senza foglie e frutti risalta ancor di più, e dichiara la sua età, il vecchio ceppo (anche di 50 anni). Qua e là, qualcuno è stato sacrificato e al suo posto c’è la pianticella giovane. Siamo sulle colline di Ipplis, dove l’unico rumore è il tocco delle campane. L’azienda appartiene a Dario e Luciano Ermacora, pronipoti di Antonio e Giuseppe che l’avviarono nel 1922. Già si affaccia la quarta generazione con Demis (laureato in Agraria). Dai 23 ettari di vigne, quasi tutti i vini Doc Colli Orientali. Buoni, sinceri, fatti bene, eleggere un favorito non è facile. Se chiedete a Dario, nonostante per i friuliani il bianco principe sia il Tocai, vi dirà Pinot Bianco. «Per l’eleganza e l’equilibrio». All’assaggio il 2003 conferma: bouquet finissimo, fiori primaverili, frutti a polpa bianca, sapore setoso, ben definito in ampiezza e persistenza.
E con più longevità: quindi se trovate annate precedenti ritenetevi fortunati. Da degustare, tutti ben eseguiti, anche Sauvignon, Tocai, Pinot grigio e tra i rossi, Pignolo e Merlot. Senza dimenticare il dolce Picolit. Il Pinot bianco 2003 ... sui 12 euro.

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