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Il Venerdi' Di Repubblica

La vigna è leggendaria, ma il nuovo Barolo è da podio … Bella etichetta, classica e sobria. Ha più di cento anni, l’azienda Damilano di Barolo. In un certo senso è da riscoprire. C’è aria nuova, in vigna e in cantina. L’ultima generazione al lavoro è composta da quattro giovani cugini (Paolo, Mario, Margherita, Guido) che hanno dovuto decidere da un giorno all’altro se continuare o no la tradizione familiare. Nel ’97 l’azienda si trova senza guida per la morte improvvisa degli zii, Francesco e Giuseppe. I ragazzi scelgono di buttarsi, “in un settore che correva velocissimo”. Un po’ per orgoglio legato alla storia, un po’ perché spinti dai consigli di due grandi produttori del paese, Altare e Sandrone. I Damilano hanno vigne da leggenda (Cannubi e Liste). Così in armonia partono. Con bravi aiuti: agronomo Gian Piero Romana, enologo Beppe Caviola. In una manciata d’anni, due risultati: loro s’appassionano sempre più e i loro vini salgono sul podio. Dolcetto, Barbera, Nebbiolo, ma soprattutto Barolo. I due crus, Cannubi e Liste, si spartiscono l’incantamento, ma è ottimo anche questo Barolo di base. Colore granato, bouquet inconfondibile (violetta, ciliegia sotto spirito, mentuccia, spezie gentili) al palato ha ampiezza, calore, profondità, persistenza ... Sui 30 euro.

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