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Il Venerdi Di Repubblica

Nuova vita per la bollicina rosè, promossa in serie A ... Fino a ieri lo Spumante rosa era considerato una bizzarria. Ora quest’azienda di Ascoli ne produce uno speciale... Un paio di considerazioni, degustando questo Brut Rosé metodo Classico. La prima: quanta voglia di rosa, bollicine in testa. In casa nostra, a cominciare dalla Franciacorta e dal Trentino. Ma anche, fateci caso, nel regno dello Champagne. Fino a ieri il Rosè sul mercato era raro, una bizzarria per pochi appassionati. Oggi lo Spumante è stato sdoganato dalla ristretta area del brindisi e lo si gusta volentieri a tutto pasto, con un menù appropriato. Spesso la scelta va alle bottiglie delle regioni canoniche, eppure ottimi campioni arrivano anche dal Centro, anche dal Sud. Della marchigiana Velenosi conoscevamo già il saporito Brut (e i bianchi e rossi fermi. Il Rosé (The Rose) è la piacevole sorpresa del 2003, uscita nel 2006.
È composto da Pinot nero (doni francesi) per l’80 per cento, il resto è Chardonnay, da vigne d’una quindicina d’anni. L’elaborazione in bottiglia dura 36 mesi, prima della sboccatura. Eccolo, in una flute panciuta, con un cincin ad Angela Velenosi, anima aziendale: bel punto di rosa, tenero e antico, punteggiato dalle catenine del perlage. Invitante il bouquet, con sentori floreali e fruttati e con un tocco di tostato e minerale. Coerente con il sapore, ben strutturato. A Roma da Trimani, a Canicattì (Agrigento) all’Enoteca del Viale, sui 19/20 euro.

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