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Il Venerdi' Di Repubblica

Ucelùt era un tipo spigoloso, ora è diventato soave ... Nome suggestivo, Ucelùt. L’avevamo assaggiato la prima volta al bancone di Gianni Cosetti, amato cuocosauro di Tolmezzo, ed era un bianco secco, sempre firmato da Alessandro Vicentini Orgnani, che ha cambiato due volte strada. La prima nel 1988, lasciando gli studi d’architettura e scegliendo di dedicarsi alla terra (una ventina di ettari, a Valeriano di Pinzano al Tagliamento), la seconda studiando e ristudiando un vitigno autoctono di carattere spigoloso fino ad approdare a questo passito di grande fascino e spessore. C’è impegno e cuore nel voler utilizzare, salvandoli, alcuni vitigni minori. Per esempio Alessandro coltiva “Piculit neri” per arricchire di carattere un ruspante uvaggio bordolese. Dopo anni di esperimenti, “Eureka” per l’Ucelùt. Vendemmia precoce, appassimento naturale fino ai primi di gennaio, lentissima fermentazione in barrique. AI palato è soave, elegante, equilibrato grazie al buon indice di acidità. Non stucca, è delizioso. A Spilimbergo (Pordenone) alla Torre orientale, a Roma da Bernabei, la mezza bottiglia sui 25 euro.

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