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Il Venerdi' Di Repubblica

La telecamera di Olmi dalla parte dei contadini ... Un atto d’amore e un atto d’accusa. Terra Madre, che dopo l’anteprima a Berlino ha aperto il festival bolognese Slow Food on Film (fino al 10 maggio), vuole raccontare una civiltà, quella contadina, che sta vivendo il suo riscatto. Dopo più di un secolo di industrializzazione illimitata, l’Occidente sta infatti acquistando la consapevolezza che senza cibo (buono) si muore. E per trovare testimonianze “di eterna e leale alleanza con la natura e i suoi frutti”, Ermanno Olmi e le sue troupe sono andati in Norvegia, in India e a San Cipriano in Veneto. Dappertutto, nei volti dei contadini, come dice il regista, “si riconoscono le medesime tracce di vita”, tutti subiscono l’attacco delle multinazionali dei semi transgenici. Ed è solo grazie alla lotta comune tra chi consuma il cibo e chi lo produce, come suggerisce Vandana Shiva nel film, “che sia il corpo obeso del bambino americano sia lo scheletro di quello africano (prodotti dello stesso sistema alimentare) potranno essere evitati”.

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