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Il Venerdi' Di Repubblica

Allo Stallo conoscono per nome chi fa gli ottimi vini che servono ... A Modena, un’enoteca che dà molto spazio anche a piccoli produttori. e dove anche la cucina è all’altezza... I vecchi modenesi continuano a chiamarla piazzetta del pomodoro, per il mercato che vi si svolgeva. Quanto allo stallo (stalla), apparteneva al palazzo della contessa di Hannover, amante del duca di Modena. Parliamo del 1735 o giù di lì. Spiegata l’insegna, il resto è più facile. Siamo in un posto piacevole nella sua semplicità, una sala a L con soppalco e un piccolo dehors. La si può definire enoteca con cucina, ma anche trattoria con grande carta dei vini (oltre 600 etichette), per non parlare dei Rum. Si può sostare anche per un calice e un piatto di affettati, o di formaggi, oppure un dolce. Massima libertà, atmofera simpatica, servizio informale ma di buona personalità. Nunzio Toselli ha preso in mano lo Stallo da dieci anni. In cucina c’è Massimiliano Telloli assistito da Silvia Cottafavi e Federico Accorsi. In sala, affidatevi al garbo e alla cultura enoica di Gianluca Perderzoli, che ha detto una cosa importante: “All’80 per cento conosciamo personalmente i produttori dei vini che proponiamo”. Infatti la carta è grande anche per lo spazio dato ai piccoli produttori e sfogliandola si percepisce che è stata pensata e vissuta. Detto che esiste un menù a 36 euro (5 portate, vini esclusi) e che i celiaci, avvisando il personale di sala, avranno piatti non controindicati, è apprezzabile la volontà di valorizzare il territorio (dall’aceto balsamico tradizionale, ai salumi, ai formaggi, alle carni della Bianca modenese). Qualche piatto: maccheroni al pettine con ragù di manzo, tortelli di ricotta e bietole, risotto con porri, prosciutto e aceto balsamico, pollastro di Samoggia piccante su composta di fichi, petto d’anatra con salsa al Lambrusco, agnello arrosto, maialino da latte al forno, semifreddo ai fichi, crostatina di pere meringata all’amaretto, sformatino d’uva con salsa al Moscato.

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