La Bottiglia ... Il piemontese che nel dna ha il Dolcetto ... Giuseppe Caviola è uno degli enologi più stimati, fa da angelo custode a molte aziende sparse per l’Italia, ma ha anche la sua piccola tenuta in Langa: sede di Dogliani e vigne a Montelupo Albere (dieci ettari), con qualche camera per gli agrituristi. Ca’Viola, si chiama. Questo colore si ritrova in cantina e risalta come la passione per il vitigno di casa e del cuore, il Dolcetto: grande (secondo noi) e un po’ dimenticato vino quotidiano. Caviola fa anche altri vini: ottimi il Nebbiolo Sotto Castello e il Barbera Bric du Luv (il primo Barolo uscirà nel 2011). Ma è il primo ad ammettere: “Il Dolcetto è nel mio dna, trasmesso da papà Clemente”: E c’è da scommettere che il benvenuto di Giuseppe al figlio neonato Mattia sia stato sfiorargli le labbra con una goccia di Dolcetto, come usa in Langa. Due le etichette: Barturot e Vilot, realizzate con le stesse attenzioni, entrambe in inox. Il primo da unico vigneto, il secondo da più appezzamenti. Eccolo, intenso e schietto, dal colore ai profumi. Ha struttura, polpa, succosità, non stanca mai. Nobile semplicità. A Torino da Eataly, a Roma da Trimani sui 12 euro.
Dolcetto d’Alba Vilot 2009
Ca’ Viola
Dogliani (Cuneo).
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