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Il Venerdi' Di Repubblica

Per mano di un medico è nato un vino che incantò anche Soldati ... Curava le vite e le viti, il dottor Vittorio Colacino. Non è un gioco di parole. Appena poteva, si toglieva il camice bianco da medico condotto e indossava quello, più scuro e grezzo, da vignaiolo. Fu suo ospite Mario Soldati, che neI 1975 scrisse in termini entusiastici del Savuto. Il nome del vino è lo stesso del fiume che bagna una terra vocata, nel Cosentino. Una storia molto lunga, parte dai Greci che chiamarono Enotria la Calabria, con Plinio che raccontò del vino Sanutum. Vittorio muore nel 2000 e i due figli Mauro e Maria Teresa lasciano i rispettivi lavori (consulente finanziario e commercialista) per dedicarsi alla terra. Con ottimi risultati: il 90 per cento della produzione va all’estero, In tempi di rinascita degli autoctoni, spesso da monovitigni. il Savuto è un concerto di autoctoni: Arvino, Greco nero, Magliocco cenino, Nerello cappuccio. Più complesso il Britto, più felicemente immediato il Colle Barabba. Bel bouquet di rosa, garofano, ciliegia, e bell’incontro con il palato: morbido ma non molle, sincero, avvolgente, con gradevoli note speziate. A Roma da Trimani, a Cosenza da Mezzopieno sui 13 euro.

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