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Il Venerdì Di Repubblica

Qualità del bere e ottima musica in 33 giri ... Nel libro Vini e Vinili a ogni bottiglia è associato un album: intensità di risonanze per intenditori... Quando i Rolling Stones, la scorsa estate, strimpellavano nel romanissimo Circo Massimo, e Milano aspettava i Pearl Jam, si sparse la voce che Bruce Springsteen fosse in Italia, in incognito, pronto a fare una improvvisata in uno dei due concertoni. Dovete sapere, però, che la comunità tricolore fanatica del Boss è impegnata da sempre in una sorta di reality con l’idolo. E una maniera di vivere la simbiosi con lui è quella di essere sempre informati su dove si trovi l’oggetto dell’amore. E Bruce, Pestate scorsa, era in Portogallo a seguire le gare di equitazione della figlia. “Il Boss in Italia? È una bufala”, disse il signore che ha sulle braccia cinquanta tatuaggi di altrettanti concerti di Springsteen. E lo sentenziò sorseggiando un bicchiere di Maquè Perricone, il vino che si cava dalla Porta del Vento, vallata vicino a Camporeale, a due passi da Palermo. Maurizio Pratelli, critico musicale, narra questo e altri episodi nel suo atto d’amore per la musica e la qualità del bere in Vini e Vinili (Arcana, pp. 288, euro 22). E il sottotitolo del libro felicemente recita: 33 giri di rosso”. Illustratissimo, fatto di brevi schede, mappe, copertine, citazioni, foto, associa per trentatré volte (come i giri dei vecchi dischi) un vino a un album. Del disco si dice tutto (dei brani e dell’autore, dei vini altrettanto), con in più qualche favola realista sulle terre che li hanno visti nascere. Un’operazione che più old school non si può. Ma in senso buono, Fu l’industria della musica a distruggere i microsolchi, per rivendere l’archivio discografico mondiale dentro altri supporti. Il risultato fu che si autodistrusse, divorata dalle stesse “magnifiche sorti progressive” delle tecnologie che aveva esaltato. Fino alla beffa finale: oggi il vinile è risorto ed è sopravvissuto all’industria, mentre le major sono finite sottoterra, azzerate dall’algoritmo MP3. Con il ritorno del vinile è tornato il piacere della musica, le sue storie, la sua densità. È il tempo giusto per un libro come Vini e Vinili, che collega Toni Walts al Barolo, Van Morrison al Brunello, Isobel Campbell e Mark Lanegan allo Schioppettino del Friuli orientale. Un volume che contiene il ritorno alla poesia, la passione del collezionismo e un’intensità di risonanze, senza nessuna operazione nostalgia. Certo, ci sono gli Stones, Johnny Cash, Dylan, Nick Drake, Nick Cave, Tim Buckley, Neil Young, Joni Mitchell, associati ad altrettante prelibatezze del palato. Ma anche Jonathan Wilson, Glen Hansard, Antony, The National, Joan as Police Woman...
Un elenco che vi suggerisce: la musica non è esclusivamente un fenomeno giovanilista del passato. “Se muovi il culo e cerchi roba nuova” per dirla alla Groucho Marx “il resto del corpo ti seguirà”. Magari con in mano un calice di buon vino.

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