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LA CURIOSITÀ

Il vino nei videogiochi: ecco “Hundred Days”, il simulatore di vigna e cantina

A lanciarlo lo studio italiano indipendente Broken Arms Games di Alessandria. Nel progetto lanciato da IIDEA e Nintendo

Per alcuni una semplice forma di intrattenimento, per altri un business che, in Italia, nel 2020 è cresciuto del 20% e vale quasi 2 miliardi di euro coinvolgendo 17 milioni di videgiocatori, per altri forma artistica e di narrativa evoluta, fatto sta che i video giochi dal 1952, quando all’Univeristà di Cambridge fu creato “Oxo”, una trasposizione del gioco del tris per computer, che si ritiene il primo della storia, ad oggi, i videogiochi di strada ne hanno fatta davvero tanta. E ora c’è chi li vede anche come strumento per raccontare le eccellenze dei territori agli utenti, che sono prevalentemente (ma non solo) i più giovani. Progetto messo in campo da IIDEA, l’Associazione che rappresenta l’industria dei videogiochi in Italia, e un nome storico del settore come Nintendo, che hanno deciso di dare voce alle case di sviluppo indipendenti 100% italiane, in uno spaccato che riguarda anche il vino. Perchè tra le case history, che toccano generi come il calcio e il poliziesco, c’è anche quello della produzione di vino, con “Hundred Days”, gioco che simula il processo di produzione del vino, firmato da Broken Arms Games, che arriverà sulla piattaforma Steam, una delle più importanti nella distribuzione di videogiochi, il 13 maggio, per Pc, e successivamente per la console Nintendo Switch.
“Il progetto nasce dal nostro background personale - spiega Elisa Farinetti, CEO e CoFounder dello studio, in una video conferenza che trovate qui integrale  - siamo ad Alessandria, in Piemonte, ma tutti noi siamo cresciuti nelle campagne tra Langhe e Monferrato, siamo circondati da vigneti e dalla viticoltura, e da quello che ci circonda è nata l’idea, per raccontare il nostro territorio. I giochi gestionali sono tanti, ma non c’era niente legato in particolare al vino, e allora è nata questa idea partendo dalle nostre storie ed esperienze personali. L’obiettivo è quello di raccontare in maniera fedele ma accessibile il processo di produzione del vino. Il giocatore erediterà questa piccola cantina nelle Langhe, e dovrà scontrarsi con il quotidiano, su come si porta avanti l’azienda. Ci saranno personaggi e una storia che lo guideranno nel processo. In base alle stagioni e a quello che farà di volta in volta riceverà delle carte missione da svolgere. Volevamo dare ai giocatori il senso del fatto che la natura segue il suo corso, e che l’uomo deve seguirla e assecondarla. Si scelgono vitigni, metodi di produzione, lieviti, rimontaggi, c’è un aspetto simulativo dettagliato, ma accessibile. Si creano etichette, bottiglie, loghi, e così via. Partiremo dalla nostra Regione, ma abbiamo già in programma aggiornamenti regionali su Italia ed estero, dalla Napa valley, Bordeaux, e ovviamente altre aree italiane, per raccontare territori e vitigni diversi. Lo scopo primario è il gioco, il divertimento, ovviamente, ma se poi qualcuno giocando si appassionasse al vino, volesse capirne di più su quello che beve e magari venisse anche a visitare il territorio, allora avremmo fatto davvero un centro perfetto”.
Tanti gli aspetti concentrati in “Hundred Days”: dall’analisi del terreno alla scelta del vitigno, dalla potatura alla cura delle viti della malattie, dalla vendemmia alla vinificazione, dall’invecchiamento alla creazione delle bottiglie, alla costruzione di una rete di vendita fino alle attività di marketing. Insomma, un simulatore vero e proprio di tutto quello che succede nella vita quotidiana di una cantina. Che, magari, aiuterà un pubblico non raggiunto dai canali classici e canonici della comunicazione del vino, a capirne un po’ di più.

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